I BRICS si espandono: un traguardo storico per la Repubblica Islamica dell’Iran

di Silvia Boltuc –

Il 23 agosto a Johannesburg, in Sud Africa, si è concluso il 15mo vertice dei BRICS. Il Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha annunciato i risultati del summit: i BRICS si espanderanno. L’organizzazione internazionale ha invitato l’Argentina, l’Etiopia, l’Iran, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti a diventare membri a pieno titolo dei BRICS dal 1° gennaio 2024.
Particolare enfasi è stata posta sul ruolo che la Nuova Banca per lo Sviluppo avrà per le infrastrutture e lo sviluppo sostenibile in Africa e nel Sud del mondo. Durante il vertice è stato inoltre ribadito l’impegno per un multilateralismo inclusivo ed il rispetto del diritto internazionale, compresi gli scopi de i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite.
Il gruppo ha sottolineato che attualmente si sta affermando un trend che vede l’impiego crescente delle valute locali, di accordi finanziari e di sistemi di pagamento alternativi. A tal proposito, il vertice ha deciso di chiedere ai ministri delle Finanze dei BRICS e/o ai governatori delle banche centrali, a seconda dei casi, di considerare la questione delle valute locali, degli strumenti di pagamento e delle piattaforme e di riferire ai leader dei BRICS entro il prossimo vertice.
Ciò che si sta configurando oggi è effettivamente un cambiamento nello status quo geopolitico globale. Con diversi paesi occidentali che rischiano la recessione a causa delle conseguenze della pandemia di COVID-19 e delle sanzioni contro la Russia, il Sud-Est asiatico che sta registrando le maggiori economie emergenti.
Secondo Jo Sullivan, ex economista della Casa Bianca, i paesi BRICS complessivamente esportano più di quanto importano. Non hanno bisogno di prendere in prestito denaro da nazioni non BRICS come gli Stati Uniti o l’Europa per importare beni. Quindi, il resto del mondo non avrebbe alcuna fonte di influenza sul blocco.
Per la Repubblica Islamica dell’Iran, isolata da quattro decadi di sanzioni, questa potrebbe essere una svolta epocale. Alla cerimonia di chiusura del vertice BRICS intitolato “Iran e BRICS: prospettive di partenariato e cooperazione” tenutosi l’8 agosto presso l’Istituto per gli studi politici e internazionali del Ministero degli Esteri di Teheran, il Ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian aveva confermato l’interesse del Paese a aderire al blocco economico, affermando che la Repubblica Islamica può essere un partner “affidabile e influente”. Abdollahian, nel suo discorso, aveva sottolineato la necessità di collaborazione tra i paesi in via di sviluppo ed il sud globale.
A questo proposito, è importante ricordare la rinnovata politica africana della Repubblica Islamica dell’Iran. Sebbene Teheran stia ancora lavorando per rilanciare l’accordo nucleare del 2015, i continui fallimenti nei colloqui di Vienna e la generale mancanza di fiducia negli interlocutori europei – che non sono riusciti a mantenere in vita il patto quando gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente – hanno spinto l’Iran a sviluppare nuove strategie per risollevare l’economia del Paese e riorganizzare una rete di contatti con paesi ‘non allineati’. In linea con questo approccio, nel marzo 2023 si è svolto il primo vertice sulla cooperazione economica tra l’Iran ed i paesi dell’Africa occidentale. Successivamente, a metà luglio, il Presidente iraniano Ebrahim Raisi ha intrapreso un viaggio in tre paesi africani, marcando la prima volta che un presidente iraniano intraprendeva una visita del genere in oltre 11 anni. La cooperazione è aumentata anche con i paesi dell’America Latina e dell’Eurasia, compresa l’Asia centrale, il Caucaso e, recentemente, i paesi del Golfo. Amir-Abdollahian ha inoltre aggiunto che le alleanze economiche e politiche nei paesi in via di sviluppo mirano a rafforzare il loro potere contrattuale nei negoziati internazionali, soprattutto presso le Nazioni Unite.
Le recenti politiche estere iraniane hanno segnato un miglioramento della performance economica del Paese nonostante decenni di sanzioni. Lo sviluppo delle zone di libero scambio esistenti e la creazione di nuove è diventato uno dei principali approcci economici del governo di Teheran. Il segretario dell’Alto Consiglio delle zone libere iraniane, Hojatollah Abdolmaleki, ha affermato che il valore delle esportazioni dalle zone di libero scambio e dalle zone economiche speciali iraniane lo scorso anno è stato vicino ai 18 miliardi di dollari, con una bilancia commerciale di queste zone che ha raggiunto per la prima volta 700 milioni di dollari in positivo. Anche l’esportazione di petrolio è aumentata e l’Iran si è assicurato l’adesione o accordi di libero scambio con importanti organizzazioni economiche, come l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e l’Unione Economica Eurasiatica.
In conclusione, Teheran ha dimostrato una resilienza inaspettata, sviluppando la capacità di sfruttare positivamente l’insieme unico di circostanze che circondano la Repubblica islamica, in particolare l’isolamento, causato dalle sanzioni internazionali.
L’adesione ai BRICS, che comprendono Russia e Cina, potrebbe aiutare Teheran a bypassare le sanzioni economiche e a prendere parte alla crescita globale. Viceversa, per i BRICS, l’Iran rappresenta una grande opportunità. L’Europa guarda da tempo con interesse alla Repubblica islamica per il suo enorme potenziale non sfruttato, ma non è riuscita ad accedervi a causa delle restrizioni internazionali. La Repubblica Islamica possiede le seconde riserve mondiali di gas ed è ricca di petrolio. Condivide i confini con 13 stati e ha un accesso strategico al Mar Caspio, al Golfo Persico e alle regioni dell’Asia centrale e del Caucaso, oltre a far parte dei corridoi di transito internazionali. Il suo forte impegno a favore del multilateralismo, la sua attenzione alla crescita della produzione e del commercio e il rafforzamento dei legami economici con gli attori regionali nonostante gli attriti ideologici o politici hanno dimostrato che il Paese potrebbe essere un valido candidato per il blocco e contribuire a bilanciare la sfera di influenza del Gruppo dei Sette (G7).
È importante inoltre sottolineare che nell’area MENA, l’Arabia Saudita è il primo partner commerciale dei paesi BRICS e sta valutando l’adesione alla Nuova Banca di Sviluppo (NDB), come già verificatosi con gli Emirati Arabi Uniti nel 2021. La normalizzazione dei rapporti tra Riyadh e Teheran, e gli investimenti di Pechino in entrambi i paesi, aumenteranno ulteriormente le possibilità di successo del blocco BRICS, ridurranno le controversie e aumenteranno la presenza internazionale dell’Iran. Anche l’Arabia Saudita è tra i paesi invitati a aderire ai BRICS. Lo sforzo compiuto dagli attori mediorientali per superare la divisione storica è stato spinto dalla necessità sia di Riyad che di Teheran di migliorare la performance economica del proprio paese e di attrarre nuovi investimenti. I crescenti legami economici tra i paesi eurasiatici serviranno alla stabilità della regione.