Il Khuzestan e la repressione degli arabi persiani

di Saber Yakoubi –

Il Khuzestan, storicamente conosciuto come Arabestan, è una regione dell’Iran di 64mila kmq. con capitale Ahwaz, che confina a ovest con l’Iraq e si affaccia sul Golfo Persico.
Si tratta di una terra poco conosciuta e dimenticata dall’attenzione mediatica, ripassata sotto il controllo dell’Iran dopo il ritiro degli inglesi nel 1925. E’ ricca di risorse, tanto che da lì arriva l’80% delle esportazioni del paese di gas e di petrolio, poi ancora legumi e cereali, cosa che fa del Khuzestan una vera e propria miniera d’oro, ma nonostante questo gli abitanti della regione sono i più poveri dell’Iran.
Conta quattro milioni e mezzo di abitanti, di cui un terzo arabi impegnati nella lotta per far conoscere al mondo la loro causa: essi infatti denunciano un tentativo di rimozione di tutto ciò che è arabo e che possa ricondurre il Khuzestan a questo concetto, tanto che persino nelle scuole le autorità di Teheran hanno proibito la lingua araba in quella che, de facto, è una pulizia etnico-culturale, come già avviene nei territori curdi.
Il fatto che una consistente parte della popolazione del Khuzestan sia islamico-sunnita, ha comportato in passato e comporta ancora oggi tensioni, tanto che sovente ci sono arresti ed impiccagioni di individui che compiono sabotaggi e che quindi partecipano alla resistenza contro il governo centrale.
Essi infatti, nonostante il Khuzestan faccia parte dell’Iran da sempre, si riconoscono in una forte identità araba e non hanno mai smesso di lottare per il loro senso di appartenenza al mondo arabo.
Ideologicamente sostengono la caduta del regime siriano di al-Assad, anche perché, sunniti, spererebbero che il governo sciita possa perdere un importante alleato in Medio Oriente.
Un crescendo di segnali, anche attraverso i social network, lascia pensare che vi sia una tensione crescente che potrebbe presto sfociare in disordini marcati.