India. Kashmir: arresti e violenze dopo la sospensione dell’autonomia

Il Pakistan richiama il proprio ambasciatore ed espelle quello indiano.

Notizie Geopolitiche

Precipita la situazione nella regione del Jammu e Kashmir indiano, dove per prevenire ulteriori disordini la polizia ha provveduto ad arrestare oltre 500 persone.
Le manifestazioni di protesta nella regione a maggioranza musulmana hanno preso il via dopo che il governo nazionalista del premier Narendra Modi ha sospeso con un decreto l’autonomia costituzionale della regione himalayana, da sempre contesa con il Pakistan, e da Islamabad la Commissione di sicurezza ha annunciato la riduzione delle già fragili relazioni diplomatiche fra i due paesi e il blocco dei rapporti commerciali. Il ministro degli Esteri pachistano, Shah Mahmood Qureshi, ha annunciato il richiamo dell’ambasciatore a Nuova Delhi e l’espulsione di quello indiano.
Ieri un manifestante è morto dopo essere saltato in un fiume nel tentativo di sfuggire alla polizia durante il coprifuoco, ma per tutto il girono si sono susseguite proteste ed episodi di violenza specialmente nel capoluogo Srinagar, per cui vi sono stati numerosi fermi. In sei sono stati ricoverati all’ospedale. Arrestati anche diversi esponenti politici dei partiti locali, tra cui l’ex governatrice dello stato Mehbooba Mufti: a ordinare il fermo sono e il loro trasferimento in un edificio storico di Srinagar sono stati i giudici nel tentativo di arginare le proteste, ufficialmente “per non disturbare la pace”. Chiuse le comunicazioni con l’esterno, interrotte le strade, nelle città vi è il black-out.
Lo stato indiano del Jammu e Kashmir conta quasi 13 milioni di abitanti suddivisi in 21 distretti; la capitale Srinagar conta 900mila residenti. La regione è contesta con il Pakistan fin dalla sua istituzione, nel 1947.