Intelligenza artificiale e automazione del lavoro. Le donne rischiano di più?

di Mariarita Cupersito

L’Intelligenza Artificiale generativa rappresenta una minaccia per le donne che lavorano? Secondo uno studio pubblicato dal McKinsey Global Institute, entro il 2030 determinate categorie lavorative (tra cui il servizio clienti, il reparto vendite e il supporto per gli uffici) svolti principalmente da donne potrebbero essere seriamente messe a rischio o comunque subire trasformazioni importanti a causa del progresso dell’AI. Tali posti di lavoro, stando a quanto emerge dal report, una volta soggetti all’automazione potrebbero ridursi entro il 2030 da 3,7 milioni a 2,0 milioni e di conseguenza circa otto donne su dieci potrebbero perdere o essere costrette a cambiare la loro occupazione.
Tale fenomeno trova spiegazione nella maggiore presenza delle donne in ruoli d’ufficio, in particolare nei Paesi a medio e alto reddito. Si sottolinea inoltre che il lavoro d’ufficio ha avuto un ruolo decisivo in tema di occupazione femminile negli Stati in via di sviluppo, quindi l’adozione dell’intelligenza artificiale generativa potrebbe far sì che nelle nazioni a basso reddito alcune di queste occupazioni non si sviluppino affatto.
Più in generale, lo studio evidenzia che i lavoratori più esposti saranno quelli meno retribuiti: oltre alle donne, infatti, sarebbero a rischio anche altre categorie di lavoratori già soggette a diseguaglianze come le persone di colore, ispaniche e senza una laurea. Il report si riferisce in particolare al mercato degli Usa., ma non è difficile supporre che simili meccanismi si verificheranno anche in altri sistemi lavorativi simili.
Di diverso avviso sembra essere l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) che ha realizzato uno studio secondo cui l’AI generativa, come ogni trasformazione tecnologica, potrebbe far venir meno molti posti di lavoro ma anche, contestualmente, crearne di nuovi. Ciò sarebbe dovuto alla tendenza ad automatizzare alcune mansioni invece di rimpiazzarle completamente, unitamente alla considerazione che la maggior parte delle posizioni lavorative e dei settori industriali sarebbe esposta solo in parte a tale automazione.
Allo stesso tempo, precisa il report del McKinsey Global Institute, chi riuscirà ad implementare l’AI nelle proprie competenze potrebbe approfittare di una crescita di posti di lavoro ben remunerati pari a 3.8 milioni, di cui potranno beneficiare principalmente professionisti quali ingegneri e avvocati.
In attesa di una compiuta regolamentazione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, il rischio concreto è che le disuguaglianze sociali già presenti possano ulteriormente aggravarsi.