IRAQ. Baghdad ripiomba nel terrore: serie di attentati fa strage

Adnkronos/Aki, 22 dic 11 –

Torna altissima la tensione a Baghdad a pochi giorni dal ritiro delle truppe americane dall’Iraq e nel mezzo di una profonda crisi politica innescata da un mandato di cattura spiccato nei confronti del vice presidente sunnita Tareq al-Hashimi, accusato di collusioni con il terrorismo. Una serie di attentati, che le autorita’ ritengono opera dei terroristi di al-Qaeda, ha scosso stamani e poi ancora in serata la capitale irachena, provocando almeno 70 morti e centinaia di feriti. E il bilancio poteva essere ancora piu’ grave. Il portavoce del comando operativo delle forze di sicurezza irachene, il generale Qassem Atta, ha annunciato infatti che le forze di sicurezza hanno scoperto altre sei autobomba pronte a esplodere, cinque delle quali nella zona ovest di Baghdad. La serie di esplosioni e’ iniziata con una bomba nel quartiere di al-Karrada. Nell’arco di 20 minuti dal primo attentato, proprio nell’orario di punta in cui gli impiegati e gli studenti escono di casa per recarsi a scuola e al lavoro, si sono susseguiti altri gli attentati.
Una bomba e’ esplosa nella zona del cinema Baghdad, altre vicino al ponte al-Tabiqin e a piazza Karhaman. Un ordigno e’ esploso vicino al mercato delle verdura nella zona al-Amin e un secondo, subito dopo, nella zona di Bab al-Muatham. Altri attentati hanno colpito i quartieri di al-Shula, al-Dora, al-Yourmuk, Abu Dashir e al-Baya. In serata un’autobomba e’ esplosa a un caffe’ nella zona occidentale della capitale. Uno degli attacchi che hanno riportato il terrore a Baghdad e’ stato sferrato vicino all’Ospedale St. Raphael, gestito dalla Suore Domenicane, nel quartiere di al-Karrada. Lo ha confermato ad AKI – ADNKRONOS INTERNATIONAL monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliario di Baghdad. ”Finestre e porte dell’ospedale sono andate in frantumi a causa dell’esplosione”, ha affermato monsignor Warduni, che dopo la serie di attacchi ha subito contattato la direzione dell’ospedale.
Secondo monsignor Warduni, dietro la serie di attentati ci sarebbero “i problemi interni al governo iracheno”, un chiaro riferimento al mandato d’arresto spiccato nei confronti di al-Hashimi. “A fare le spese dei contrasti interni al governo e’ sempre la povera gente”, ha concluso monsignor Warduni in un breve colloquio con AKI. Nel mirino degli attentatori e’ finito anche un ufficio di Hay’at Al-Nazaha (Commissione per la trasparenza, un organismo istituzionale di controllo che combatte contro la corruzione nella pubblica amministrazione). L’ufficio si trova lungo la stessa strada dell’Ospedale St. Raphael. Durissima e’ stata la reazione del premier iracheno Nuri al-Maliki all’ondata di attacchi. “Il posto e l’ora degli attentati rivelano una precisa volonta’ politica da parte di criminali che desiderano raggiungere obiettivi malevoli”, ha dichiarato al-Maliki in una nota. Senza nominare i responsabili, il premier ha evidenziato come gli attacchi abbiano preso di mira “civili inermi in luoghi pubblici quali scuole e mercati, con l’obiettivo di falsare la scena politica”.
Al-Maliki ha quindi fatto appello al popolo iracheno affinche’ “non cada nelle provocazioni dei criminali”, che non riusciranno a deviare il processo politico in corso”. Il presidente ha inoltre garantito che i colpevoli “non resteranno impuniti”. Proprio il premier, leader del blocco sciita, e’ in questi giorni al centro di forti tensioni con i suoi rivali sunniti, dopo che nei giorni scorsi lo stesso al-Maliki ha chiesto al vice presidente sunnita Tareq al-Hashimi di consegnarsi alla magistratura e al Parlamento di destituire il deputato sunnita Salih al-Mutlak, che lo aveva definito “un dittatore”. Pronta e’ stata la replica della lista al-Iraqiya, guidata da Iyyad Allawi, che ha criticato il premier, chiedendo un’inchiesta internazionale sui crimini commessi contro la popolazione irachena. La strage odierna dimostra che l’Iraq ”non e’ in grado” di provvedere alla sicurezza dei cittadini ”perche’ il comandante in capo delle Forze armate irachene (Maliki, ndr) negli ultimi sei anni si e’ dedicato alla creazione di un apparato di sicurezza in grado di proteggere il suo potere”, si legge in una nota di Haider al-Mulla, portavoce di Iraqiya.