Irlanda del Nord. Brexit: continuano gli scontri e le violenze

di Alberto Galvi

In Irlanda del Nord è da circa una settimana e mezzo che sono scoppiate violenze e crescenti tensioni legate alla Brexit. La violenza che ha coinvolto bande di giovani, persino di 12 anni, è iniziata il 29 marzo in una zona di Londonderry, che è tradizionalmente lealista e a favore del mantenimento dell’Irlanda del Nord come parte del Regno Unito. Inoltre ci sono state proteste e rivolte notturne a Belfast, Carrickfergus, Ballymena e Newtownabbey.
La violenza si è concentrata nelle aree in cui i paramilitari lealisti hanno un’influenza significativa. La rivolta ha visto in gran parte giovani lealisti lanciare fuochi d’artificio, mattoni e bombe a benzina contro le file di agenti di polizia e veicoli. Ci sono prove concrete che figure di spicco in organizzazioni come l’Ulster Defense Association e l’Ulster Volunteer Force fomentino i disordini.
A seguito dell’accordo sulla Brexit tra Regno Unito e Unione Europea, i leader unionisti hanno collegato la violenza alle tensioni lealiste. La nuova frontiera commerciale è il risultato del protocollo dell’Irlanda del Nord, introdotto per evitare la necessità di una frontiera definitiva sull’isola d’Irlanda.
Secondo gli unionisti il protocollo danneggia il commercio e minaccia il posto dell’Irlanda del Nord nel Regno Unito. Il protocollo indica che l’Irlanda del Nord rimane nel mercato unico delle merci dell’Ue, quindi i prodotti trasferiti dal Regno Unito all’Irlanda del Nord sono soggetti alle procedure di importazione dell’Ue.
Lo stesso discorso vale per le regole doganali dell’Ue applicate nei porti in Irlanda del Nord. Un nuovo accordo commerciale Regno Unito-Ue ha imposto controlli doganali e di frontiera su alcune merci che si spostano tra l’Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito.
L’accordo è stato progettato per evitare i controlli tra l’Irlanda del Nord e l’Irlanda, membro dell’Ue, perché un confine irlandese aperto ha aiutato sostenere il processo di pace costruito sull’accordo del Venerdì Santo del 1998, il quale ha posto fine a decenni di violenze che hanno coinvolto repubblicani irlandesi, lealisti britannici e forze armate britanniche in cui sono morte più di 3mila persone. Gli unionisti protestano anche per la decisione della polizia di non perseguire i politici dello SF (Sinn Fein) che hanno partecipato al funerale lo scorso giugno di un ex comandante dell’esercito repubblicano irlandese. Il DUP (Democratic Unionist Party) ha chiesto che l’accordo sulla Brexit venga annullato. Il DUP governa congiuntamente l’Irlanda del Nord con lo SF.
La divisione economica del Regno Unito dall’Unione Europea alla fine del 2020 ha scosso il delicato equilibrio politico nell’Irlanda del Nord, una parte del Regno Unito dove alcune persone si identificano come britanniche e altre come irlandesi.