Irlanda. In maggio il referendum sull’aborto

di Elisabetta Corsi

Il 25 di maggio si deciderà finalmente tramite referendum la possibilità di eliminare le leggi restrittive sull’aborto attualmente in vigore in Irlanda. Fino ad oggi le donne che volevano abortire erano costrette a recarsi in Inghilterra, Spagna, Norvegia o Danimarca, ma se passerà la riforma avranno la possibilità di porre fine alla gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione, sotto controllo medico, anche in caso di anomalie, cosa prima non prevista.
La legge in vigore fa parte dell’ottavo emendamento della Costituzione approvata nel 1893 che difende la vita del nascituro a partire dal concepimento: prevede l’aborto solo in caso di pericolo per la vita della madre, in caso contrario si rischiano 14 anni di prigione. Non è previsto, anzi è illegale, in caso di stupro, incesto o problemi per il feto.
La proposta è nata su iniziativa del primo ministro Leo Varadkar, che ha riconosciuto questa legislazione troppo restrittiva per il giorno d’oggi e che quindi è da abrogare per evitare un continuo criminalizzare e stigmatizzare le donne che decidono di affidarsi a questa pratica, sottolineando quando sia importante abortire in modo legale e con le dovute garanzie, anche per tutelare la salute della donna.
Secondo una inchiesta del The Irish Mirror, la vittoria della legalizzazione dell’aborto è quasi certa, e i dati del mese di gennaio indicano che il 56% degli intervistati approvava l’abrogazione mentre solo il 26% rimane contrario. Dopo due mesi sono aumentati coloro che si sono detti contrari all’aborto, il 33%, anche a causa della intensa propaganda per il diritto alla vita. La maggior parte di coloro che voteranno “sì” all’abrogazione sono giovani tra i 18 e i 24 anni, il 70 % degli intervistati di quell’insieme.
Sul piede di guerra ovviamente la Chiesa e le associazioni contro l’aborto che faranno di tutto per difendere l’emendamento.
L’Irlanda rimane uno dei pochi paesi in Europa, insieme a Malta, in cui l’aborto è illegale.