Isole Salomone. Il governo tenta di limitare Facebook

di Alberto Galvi

Il primo ministro delle Isole Salomone, Manasseh Sogavare, e il ministro delle comunicazioni e dell’aviazione civile Peter Agovaka hanno difeso i piani del governo per vietare Facebook nell’arcipelago, anche se non è chiaro quando il divieto proposto potrà entrare in vigore. Il governo sta solo mettendo un divieto temporaneo fino a quando non potrà effettuare maggiori controlli.
In molti casi nel Paese oceanico Facebook è stato utilizzato per diffondere online un linguaggio vile e offensivo, attraverso la diffamazione e il cyberbullismo, nonostante lo stesso governo lo utilizzi ampiamente per diffondere informazioni, in particolare sulla salute pubblica durante la pandemia da Covid-19.
Il governo discuterà del blocco di Facebook con le società di Internet perchè vogliono regolare il comportamento degli utenti per proteggere i giovani e i bambini da contenuti dannosi.
Non sono tuttavia ancora chiari i dettagli tecnici su come applicare il divieto su Facebook, se attraverso l’uso di un firewall o con un altro sistema. I critici affermano che la mossa violerebbe i diritti costituzionali degli abitanti delle Isole Salomone e tenterebbe di reprimerne il dissenso. Facebook sta contattando le autorità per discuterne i piani.
Qualsiasi divieto metterebbe la nazione insulare del Pacifico accanto ad altri quattro Paesi in cui la piattaforma di social media è vietata: Cina, Iran, Corea del Nord e Siria. Altri Paesi lo hanno già temporaneamente bloccato in passato, come fece la nazione insulare di Nauru nel 2015, ma che ne fece sbloccare l’accesso nel 2018.
Le Isole Salomone ospitano circa 685mila persone, mentre l’arcipelago si estende su una vasta area oceanica, con circa il 20 per cento della popolazione che ha accesso a Internet. Facebook è popolare in tutto l’arcipelago ed è utilizzato ogni giorno come principale mezzo di comunicazione di decine di migliaia di persone.
Il governo sostiene che Facebook venga utilizzato per screditare leader politici o per accedere a materiale dannoso o pericoloso, anche se viene utilizzato ogni giorno come principale mezzo di comunicazione di decine di migliaia di isolani.
Il divieto temporaneo rimarrà in vigore fino a quando non saranno approvate leggi che regoleranno il comportamento degli utenti su Facebook, che sono decine di migliaia. Questa decisione lascia molto perplessi e preoccupati quegli abitanti delle Isole Salomone che vivono all’estero.
Non è la prima volta che un governo oceanico tenta di bloccare Facebook. I governi di Papua Nuova Guinea e Tonga hanno già cercato precedentemente di vietarlo. Altri Paesi tra cui le Fiji, hanno solo in passato temporaneamente imposto divieti ai social media, mentre l’Australia è in tensione con Facebook per la concorrenza che il social media fa ai media australiani. Inoltre Facebook ha cancellato un partito politico neozelandese dalla sua piattaforma per la ripetuta diffusione di false affermazioni sulla pandemia di coronavirus.