Isole Salomone. La bozza di un trattato di sicurezza con la Cina scatena i timori dei partner occidentali

di Alberto Galvi

Nelle ultime settimane il timore che si possa vedere la Cina stabilire una base militare nelle Isole Salomone è cresciuto drammaticamente a causa della bozza di un trattato di sicurezza tra i due paesi, che sarebbero in procinto di sottoscriverlo e ratificarlo. La bozza di questo accordo ha suscitato i rimproveri da parte di Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda, perché consentirebbe l’intervento nell’area della sicurezza cinese e il dispiegamento navale nelle Isole Salomone.
Il paese oceanico ha affermato che non consentirà alla Cina di costruire una base militare cercando così di placare i timori internazionali, ma è ben poco per alleviare le preoccupazioni sul patto da parte dei partner tradizionali. L’Australia sta già costruendo una base di pattuglia a Lofung, nelle Isole Shortland che confinano con la Papua Nuova Guinea, e ha annunciato che ne costruirà un’altra nelle Isole Salomone orientali.
Il primo ministro Manasseh Sogavare aveva precedentemente detto al Parlamento che non aveva intenzione di chiedere alla Cina di costruire una base militare. C’è ancora oggi una forte divisione all’interno della società delle Isole Salomone per la decisione del governo di aprire nel 2019 alla Cina togliendo il riconoscimento a Taiwan, e si ritiene che la rabbia della popolazione nei confronti del primo ministro sia stata almeno in parte responsabile dei disordini dello scorso anno.
Secondo i termini della bozza dell’accordo, la Cina potrebbe inviare polizia e militari nelle Isole Salomone per aiutare a mantenere l’ordine e la sicurezza. Potrebbe anche inviare navi da guerra nelle isole per fare scalo e operare rifornimenti, il che ha portato a pensare alla possibilità che la Cina stabilisse una base navale nelle isole del Pacifico meridionale.
La crisi di Bougainville ha reso necessaria l’importazione da parte del governo delle Isole Salomone di armi a causa delle incursioni di soldati armati della Papua Nuova Guinea attraverso il confine, e del loro uso contro i cittadini salomoniani.
La Cina e l’Australia dovrebbero riconsiderare la fornitura di armi alla RSIPF (Royal Solomon Islands Police Force), mentre molti agenti di polizia delle Isole Salomone sono stati formati negli Stati Uniti, Taiwan, Australia, Regno Unito, Singapore, Nuova Zelanda e nelle Isole Figi. Il primo paese del Pacifico a esprimere la propria opposizione all’accordo tra le Isole Salomone e la Cina sono gli FSM (Stati Federati di Micronesia), in quanto il trattato metterebbe il Pacifico al centro di un conflitto geopolitico tra Cina e Stati Uniti.
Il presidente del FSM David Panuelo ha espresso gravi preoccupazioni per le crescenti tensioni tra Cina, Stati Uniti e i loro alleati. Panuelo ha esortato il premier Sogavare ad essere pragmatico, date le crescenti tensioni nella regione dell’Indo-Pacifico.