ISRAELE. Ashton, inviata UE, incontra leader Israele e Palestina

Ansa, 28 ago 11 –

L’Alto Rappresentante dell’Ue per la politica estera, Catherine Ashton, ha avuto oggi a Ramallah e a Gerusalemme colloqui con i leader politici palestinesi e israeliani con l’intento dichiarato di compiere un nuovo sforzo dell’Ue per una ripresa dei negoziati di pace israelo-palestinesi, fermi da quasi un anno. Nei colloqui ha apparentemente avuto ampio spazio la controversa iniziativa palestinese di rivolgersi all’Onu il prossimo 20 settembre per chiedere il riconoscimento di un loro stato e la sua ammissione in questo foro. L’iniziativa e’ aspramente avversata da Israele per il quale uno stato palestinese potra’ nascere solo da un negoziato di pace diretto tra le parti in conflitto. Una posizione che ha il sostegno degli Usa e di stati occidentali. Nel ricevere questo pomeriggio la signora Ashton il ministro della difesa israeliano Ehud Barak ha definito ”infelice e sterile” l’iniziativa palestinese all’Onu, aggiungendo che ”il contributo dell’Europa al processo di pace e’ molto importante, ora che ci stiamo avvicinando all’Assemblea Generale dell’Onu”. In seguito la signora Ashton, che ha detto di essere tornata nella regione proprio al fine di rilanciare il processo di pace, vedra’ il premier Benyamin Netanyahu e il presidente Shimon Peres. Stamane l’inviata dell’Ue e’ stata ricevuta a Ramallah dal premier palestinese Salam Fayyad assieme al quale ha assistito alla cerimonia di posa della prima pietra della nuova sede ufficiale dell’Autorita’ palestinese. Ieri la Ashton si era incontrata col presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas) che ha sollecitato il sostegno dell’Ue al passo palestinese all’Onu. A questo proposito il segretario generale dell’Olp Yasser Abed Rabbo ha detto di rilevare ”progressi” nella posizione dell’Ue, dove non e’ ancora emersa una posizione comune tra gli stati membri. Secondo la stampa israeliana, Italia, Germania, Olanda e Repubblica Ceca hanno detto a Israele che si opporranno al passo palestinese; altri Stati si mostrano favorevoli e altri ancora, come Francia e Gran Bretagna, non hanno preso posizione finora.