ISRAELE. Stampa, ‘Hamas produce razzi nel Sinai’. Egitto nega

Ansa, 11 dic 11 –

Gli integralisti palestinesi di Hamas hanno avviato la produzione di razzi nel Sinai egiziano, dove si sentono al riparo da eventuali attacchi israeliani. La notizia, pubblicata oggi con grande evidenza dal quotidiano Jerusalem Post, e’ stata smentita alcune ore dopo da un funzionario egiziano citato dal al-Masry al-Youm. Secondo il Jerusalem Post Hamas dispone ormai di basi avanzate nel Sinai, che asseritamente non vengono disturbate dalle forze armate dell’Egitto. Le ripetute richieste israeliane di intervento sono state ignorate dall’Egitto, aggiunge il giornale, secondo cui questo atteggiamento di presunta passivita’ ha facilitato l’introduzione di armamenti a Gaza, fra cui veri e propri arsenali provenienti dalla Libia. Fra queste armi, missili terra-aria di produzione russa. Nel tentativo di bloccare il contrabbando di armi verso Gaza e di proteggere il gasdotto che corre lungo il Sinai settentrionale, Israele – ricorda il Jerusalem Post – ha autorizzato la dislocazione nel Sinai di una dozzina di battaglioni dell’esercito egiziano, in deroga agli accordi di smilitarizzazione. Ma i risultati, afferma il giornale, si sono rivelati deludenti. La settimana scorsa l’aviazione israeliana ha colpito a Gaza un miliziano palestinese, Issam Batsh, che probabilmente era in procinto di organizzare un vistoso attentato mediante un commando dislocato nel Sinai, pronto ad infiltrarsi nella zona di Eilat (mar Rosso). In seguito alla sua uccisione, miliziani palestinesi hanno sparato una ventina di razzi verso Israele. La situazione creatasi a Gaza e’ definita ”allarmante” in Israele e la radio militare, in un commento, non ha oggi escluso una riedizione della Operazione ‘Piombo fuso’ di tre anni fa, contro Hamas. Stasera comunque il giornale al-Masry al-Youm e’ tornato sulla questione riportando le smentite di un funzionario egiziano. Questi ha negato la esistenza di basi avanzate di Hamas nel Sinai e ha ribadito che l’Egitto non permettera’ mai che la propria sovranita’ in quella zona venga messa in questione.