Israele. Una bella storia di una pace possibile

di Vanessa Tomassini –

Cosa avrà pensato Ramadan Jamjum, arabo originario di Beit Hanina, quando ha trovato 10mila dollari sull’autobus che stava guidando a Gerusalemme Est? Possiamo provare a immaginarlo, ma se pensate che se li sia intascati vi sbagliate di grosso.
Non è un racconto immaginario, è successo davvero. Durante la sua solita corsa Ramadan si è accorto che un suo passeggero, un religioso ortodosso ebreo, aveva perso un pacchetto cadendogli dallo zaino. Ha subito provato a chiamarlo, ma l’uomo chiaramente ebreo non ha sentito perché impegnato al telefono.
Così l’autista aprendo il pacchetto non si è lasciato tentare nemmeno un istante dalla cospicua somma, ha avvisato subito la compagnia di trasporto per cui lavora e ha sentito il dovere morale e religioso di restituire quei soldi in qualche modo. “In nome del mio Dio e del mio lavoro – ha raccontato – ho restituito i soldi”.
Così come confermato dalla portavoce della polizia israeliana di Tel Aviv, Luba Samri, che ha ricevuto incredula il gruzzolo dimenticato sul mezzo.
Quanti di noi lo avrebbero fatto? Ma il gesto nobile di Ramadan Jamjun si carica di significati più profondi. Apre alla speranza di una pace possibile e si fa testimonianza del fatto che non c’è una parte completamente buona e una parte completamente cattiva. C’è solo il desiderio di vivere in pace, una pace possibile ed, oggi, dopo 50 anni, dalla guerra dei sei giorni, più che mai necessaria.