Kerry in Israele propone una forza internazionale in vista della nascita dello Stato palestinese

di Enrico Oliari

kerry netanyahu grandeIn occasione del suo ottavo viaggio in Israele e Palestina, il Segretario di Stato americano John Kerry, che è stato il patrocinatore della ripresa del dialogo fra gli israeliani e i palestinesi, ha portato un piano per la sicurezza di quello che potrebbe essere il nuovo Stato palestinese, ovvero l’invio di militari statunitensi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza volto a prevenire violenze, azioni di terrorismo e l’infiltrazione di al-Qaeda dal Sinai egiziano, dalla Siria, dalla Giordania e dall’Arabia Saudita.
A redarre il piano, presentato al premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme e Mahmoud Abbas a Ramallah, è stato il generale statunitense John Allen: prevede un progetto di cooperazione fra forze Usa, britanniche, giordane, francesi, saudite, giordane, palestinesi, israeliane e qatariote, le quali dovrebbero cooperare in un quadro che va dal sud della Siria al nord del Sinai. Militari israeliani saranno così presenti in quello che sarà lo Stato palestinese, tuttavia, per una questione di simmetria, militari palestinesi saranno dislocati in Israele.
Kerry ha inoltre fatto con Netanyahu il punto sulla minaccia terroristica rappresentata dai movimenti di al-Qaeda, la quale continua a destare preoccupazione per via delle evoluzioni tecniche alle quali sta arrivando, come nel caso di speciali esplosivi sviluppati nello Yemen e nella Penisola Arabica senza parti metalliche e senza odori, in grado quindi di eludere i controlli aeroportuali.
E’ stato quindi posto l’accento sui legami che al-Qaeda della Penisola Arabica (Aqap) ha con i gruppi qaedisti che combattono in Siria o che sono stanziati nella Penisola del Sinai; tra l’altro proprio nel momento in cui Kerry arrivava in Israele, a Sanaa, nello Yemen, vi è stato un terribile attentato contro il ministero della Difesa e l’attiguo ospedale militare, che ha comportato la morte di 52 persone fra le quali sei medici, e che è stato interpretato dagli esperti di terrorismo come una dimostrazione di sfida di al-Qaeda.
Tornando al progetto di una forza multinazionale da adottare nel momento in cui nascerà il nuovo Stato palestinese, va detto che Netanyahu è apparso interessato, anche perché già al corrente di alcune parti grazie ai colloqui precedenti, mentre Abu Mazen (Mahmoud Abbas) in un primo momento sembrava contrariato, salvo poi dire di volersi confrontare con i giordani ed i sauditi.