KOSOVO. Ban Ki-moon “preoccupato” per sicurezza deteriorata. Bomba contro posto polizia

TMNews, 7 nov 11 –

Preoccupazione per “la deteriorata situazione della sicurezza in Kosovo” è stata espressa dal Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nel suo rapporto sulal crisi nel Nord del paese, argomento che sarà sul tavolo del Consiglio di sicurezza il 29 novembre prossimo. Dal 25 luglio scorso proseguono ormai le proteste dei serbi arroccati nel Kosovo settentrionale, contro il tentativo delle autorità di Pristina di assumere il controllo dei due punti di confine con la Serbia, gates 1 (Jarinje) e 31 (Brnjak), siti in questi territori rimasti fedeli a Belgrado. Dall’inizio della crisi, “gli incidenti nei confronti delle minoranze in Kosovo sono aumentati del 24%, con 151 incidenti registrati, 38 dei quali nel Nord”, scrive Ban. Precisando che detti episodi, “includono 13 casi di vandalismo contro chiese e cimiteri serbo ortodossi, 13 casi di pietre lanciati contro automobili con targa serba transitanti nei territori a maggioranza albanese, 63 di danneggiamenti di abitazioni abbandonate appartenenti a serbi, 47 furti in proprietà di serbi”. Solo durante la notte scorsa, i militari della missione Nato, Kfor, hanno detonato una bomba a mano che era stata piazzata presso il parcheggio della stazione di polizia di Zubin Potok, uno dei quattro comuni serbi protagonisti delle proteste: non si è verificato alcun danno a cose o persone. Così, alle prime ore del mattino, un gruppo di serbi ha impedito a mezzi di Kfor di dirigersi verso il gate 1. La situazione è quindi di sostanziale stallo, con i serbi che, nonostante alcuni segnali di distensione, restano determinati a bloccare l’accesso stradale ai “loro” territori, fino a quando non otterranno la rimozione dei poliziotti e doganieri kosovaro-albanesi, dispiegati presso i due punti di confine litigiosi. Da parte sua, il presidente della Repubblica serbo, Boris Tadic, ha ribadito nel fine settimana che, nonostante le pressioni dell’Ue per una normalizzazione dei rapporti con Pristina, Belgrado “non cambierà la sua politica e non rinuncerà ai suoi legittimi interessi in Kosovo”.

Ansa, 7 nov 11 –

Sconosciuti hanno lanciato la notte scorsa una bomba a mano nel parcheggio di una stazione della polizia kosovara a Zubin Potok, nel nord del Kosovo, dove la tensione si mantiene sempre molto alta per le proteste della popolazione serba contro la presenza di poliziotti e doganieri kosovari albanesi alla frontiera con la Serbia. Come hanno riferito stamane i media, l’ordigno per fortuna non e’ esploso, ed e’ stato successivamente distrutto con una esplosione controllata ad opera dei militari della Kfor, la Forza Nato in Kosovo. Nel nord del Kosovo, dove la popolazione serba e’ largamente maggioritaria, proseguono da fine settembre barricate e blocchi stradali da parte di dimostranti serbi, che ostacolano la libera circolazione e i movimenti delle truppe Kfor e del personale di Eulex, la missione europea. Nelle prime ore di stamane i dimostranti hanno bloccato all’altezza della localita’ di Zvecan una colonna di alcuni mezzi militari della Kfor con a bordo soldati americani, che sono stati costretti a far ritorno a Kosovoska Mitrovica, da dove erano partiti. Non vi sono stati incidenti, ma l’episodio conferma il persistere di una forte tensione, con i militari Nato sempre piu’ insofferenti per le limitazioni ai loro spostamenti e alle operazIoni di rifornimento delle truppe. Nel fine settimana il capo negoziatore di Pristina ai negoziati con Belgrado, il vicepremier Edita Tahiri, ha minacciato il ritiro definitivo della delegazione kosovara dai colloqui se la parte serba continuera’ a non rispettare le intese gia’ raggiunte finora. Tra un mese il consiglio europeo dovra’ decidere se accordare a Belgrado lo status di paese candidato alla Ue. La commissione Ue, il 12 ottobre scorso, aveva dato una raccomandazione favorevole a tale riguardo, ponendo tuttavia come condizione un miglioramento e un progresso nei rapporti tra Pristina e Belgrado.