Kurdistan Irq. Davvero l’indipendenza rappresenta una linea rossa per l’Iran?

di Ehsan Soltani –

Nechirvan Barzani, premier curdo e numero due del Partito Democratico del Kurdistan Irq., ha enfatizzato in occasione di un’intervista per al-Monitor la necessità che i curdi iracheni impegnati per l’indipendenza del Kurdistan iracheno debbano negoziare con turchi, iraniani e sopratutto con il governo centrale del’Iraq.
Barzani ha detto che “Sono stato il primo a portare a Baghdad la questione dell’indipendenza. Ne ho discusso con il primo ministro iracheno Haider al-Abadi e con l’alleanza sciita irachena. Quello che vedo come una “cartina stradale”, è un dialogo molto serio con Baghdad. Questo è il passo più importante… Se dichiariamo la nostra l’indipendenza senza consultare Baghdad o omettere qualsiasi forma di dialogo, la nostra indipendenza non sarà valida”.
Barzani ha spiegato che “per noi ciò che conta è il dialogo ufficiale per l’indipendenza con Baghdad. Dobbiamo sederci al tavolo e rimuovere questo tabù, parlarne”.
Il premier curdo ha aggiunto che “gli iracheni non sono pronti. Ma nel mio viaggio a Baqdad io ho ribadito ad al-Abadi e all’alleanza sciita che il nostro obiettivo è l’indipendenza. E si dovrebbe trattare la questione in modo serio. Entrambi, sia il premier che l’alleanza sciita, si sono mostrati scioccati per quanto ho detto, ma hanno apprezzato la mia franchezza. Hanno detto che era la prima volta che sentivano in modo ufficiale la questione dell’indipendenza. Ho risposto loro che in passato, se ne è parlato attraverso i media. Ed oggi dico ufficialmente che il nostro obiettivo è l’indipendenza e dobbiamo istituire un comitato per discutere della questione”.
Il premier Barzani ha dichiarato poi alla reazione della Turchia del giornale che una volta l’indipendenza del Kurdistan iracheno rappresentava una linea rossa per i turchi, ovvero che “i turchi sicuramente non possono essere d’accordo con noi nel modo in cui vorremmo che fossero le cose. Ma alla fine la Turchia è uno dei paesi con cui dobbiamo avviare il dialogo sulla nostra indipendenza”.
Barzani ha confermato che fino ad oggi non vi è stato alcun dialogo ufficiale con i turchi, ma sicuramente nel 2017 verrà inserito nel programma un incontro sul tema.
Barzani è d’altronde convinto che la Turchia consentirà di esportare il petrolio del Kurdistan iracheno in modo indipendente da Baghdad, un segnale di cambiamento importante: “esportare il petrolio senza passare da Baghdad è sicuramente un grande obiettivo, oltre la nostra immaginazione e al di là di tutte le nostre aspettative, un grande risultato se la Turchia permettesse che ciò accada”.
Barzani crede che l’indipendenza del Kurdistan iracheno sia sempre stata una linea rossa per l’Iran, ed in proposito ha detto che “I media iraniani usano ogni occasione per dire che l’Iran si oppone all’indipendenza del Kurdistan… Naturalmente abbiamo bisogno di confrontarci con gli iraniani, ma sembra che a priori siano contro le nostre posizioni in materia di indipendenza”.
Il premier curdo ha risposto alla domanda secondo cui “vi sarebbe un’indicazione ai gruppi curdo-iraniani con base nel Kurdistan Iracheno di tornare nelle zone di confine per riscuotere le tasse dai contrabbandieri e per riprendere le attività militari contro il regime iraniano” affermando che “No, no. Siamo completamente contrari all’idea che i nostri territori vengano usati come un trampolino di lancio per le operazioni militari contro i nostri vicini, Iran compreso. E siamo determinati ad adottare misure preventive in tal senso. Esiste un comitato congiunto istituito da Iran e Kurdistan Irq. per affrontare questi problemi”.
Ci si chiede tuttavia se l’indipendenza del Kurdistan Iracheno rappresenti davvero una linea rossa per gli iraniani?
Barzani crede che l’esportazione del petrolio del Kurdistan in un modo autonomo, bypassando Baghdad, rappresenti l’occasione perché l’indipendenza della regione non sia una linea rossa per Ankara.
Nel giugno 2016 l’Iran e il governo regionale del Kurdistan hanno steso i dettagli tecnici per la costruzione di un oleodotto che potrebbe portare fino a 250mila barili di petrolio al giorno in Iran. Questo oledetto arriverà ad Bandar Abbas, una delle più importanti città-porto dell’Iran nel Golfo Persico.
Dal 2014 sono continuati gli incontri per la costruzione dell’oleodotto e, secondo fonti ufficiali curde, dal marzo di quest’anno di è arrivati ad una fase concreta.
Nazim Dabagh, Alto rappresentante del Kurdistan Iracheno a Teheran, in un’intervista per al-Jazeera ha detto che “il 4 aprile i funzionari curdi e iraniani hanno raggiunto un’intesa sugli aspetti tecnici del progetto di esportazione dell’energia”.
Dabagh ha aggiunto che “alcuni disaccordi persistono per quanto riguarda il prezzo e il quantitativo di petrolio diretto dal Kurdistan Irq. in Iran. Tuttavia l’accordo raggiunto prevede al momento di pompare un massimo di 250mila barili al giorno.
Un alto funzionario dell’Alleanza nazionale sciita (INA) ha riferito ad al-Jazeera che “Non vi è alcun accordo tra Baghdad e Teheran su questo tema”.
Attualmente sono circa 20-30mila i barili del petrolio curdo che arrivano via mare in Iran; ciò significa che anche senza i colloqui di Barzani i curdi hanno esportato petrolio in Iran bypassando Baghdad, quindi con accordi sei stanti. D’altro canto gli iraniani sanno che un Kurdistan Irq. che esporta autonomamente petrolio può più facilmente arrivare all’indipendenza, tant’è che il petrolio rappresenta l’unica fonte di sussistenza della Regione autonoma.
Questo significa che Teheran ha accetato un Kurdistan Iracheno senza Baghdad.
Vi sono però altri segnali che indicano la disponibilità dell’Iran ad una possibile indipendenza curda. È sufficiente vedere il volume degli scambi commerciali e il transito delle merci attraverso le forentiere ed i mercati di frontiera del Kurdistan Iracheno: ad esempio il valico di Parviz Khan, uno dei principali alla frontiera fra Iran e Iraq, si trova nella Regione autonoma del Kurdistan Iracheno, e che quasi il 48% di tutti scambi di merci fra I due paesi, quasi 3 miliardi di dollari, passa da queso valico.
Il controllo di questa frontiera nella parte del Kurdistan iracheno tradizionalmente è in mano al partito dell’Unione Patriottica del Kurdistan, che è uno dei piu importanti alleati degli iraniani è che riscuote tutte le tasse sulle merci in transito.
Ci sono 8 frontiere fra l’Iran e Iraq e ben 4 di queste si trovano al confine del Kurdistan Iracheno: perché gli iraniani invece di aumentare il volume degli scambi commerciali e il transito delle merci attraverso le zone controllate dagli sciiti iracheni, preferiscono passare tramite il Kurdistan Iracheno?
Ci sono notizie che indicano diverse riunioni intercorse fra l’Iran e i curdo-iracheni per implementare i traffici attraverso il confine comune; d’altra parte è bene tenere presente che nel 2014, quando i jihadisti dell’Isis si sono avvicinati a Erbil, Teheran ha fornito armi ai curdi senza passare da Baghdad.
Unica preoccupazione dell’Iran è la presenza di una base militare dei curdo-iraniani nel Kurdistan Iracheno, per cui necessitano garanzie che tale struttura non rappresenti una minaccia per l’Iran

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