La CIG intima al Giappone di interrompere la cacci alle balene

di Salvatore Caruana –

caccia alle baleneLa vicenda giudiziaria che vedeva coinvolte Gippone ed Australia si è conclusa con la sentenza della Corte internazionale di Giustizia che ha condannato il Giappone per le operazioni di caccia alle balene nel Mar glaciale Antartico e ne ha stabilito l’interruzione della pratica.
Il verdetto della Corte dell’Aia pone fine ad un procedimento giudiziario iniziato nel 2010.
L’Australia ha contestato al Giappone di aver violato la Convenzione internazionale sulla caccia alle balene nell’ambito di un programma di ricerca (lo JARPA II) finalizzato alla caccia alle balene per scopi scientifici. In effetti molti sono gli aspetti che hanno lasciato perplessi, primo fra tutti la quantità di pesce pescato sicuramente eccessiva per gli scopi di mera ricerca scientifica. Del resto il Giappone ha sempre affermato di condurre la pesca di balene in Antartide per scopi scientifici ma non ha neanche escluso che il pesce così pescato potesse giungere nelle tavole dei consumatori giapponesi.
Dalla sentenza si legge che il Giappone dovrà “revocare ogni autorizzazione, licenza o permesso vigenti ed astenersi per il futuro dalla concessione di permessi relativamente allo stesso programma”. Per ciò, Claire Bass, presidente della Società mondiale per la protezione degli animali, dopo la sentenza dichiara che: “nessuna pratica di caccia alle balene, né per scopi commerciali né scientifici ha più luogo nel ventunesimo secolo”.
Dal canto loro invece l’Agenzia degli industriali ittici giapponesi dice che “la caccia alle balene da parte del Giappone si tiene al mero scopo di ottenere dati scientifici, cosicché le risorse di caccia potevano essere ragionevolmente manenute”.