La Corte d’appello del Tpi assolve generali croati accusati di crimini di guerra

di Guido Keller –

Gli ex generali croati Ante Gotovina e Mladen Markac, che in primo grado erano stati condannati a 24 e 18 anni dal Tribunale penale internazionale per crimini di guerra commessi nella regione della Krajina, a maggioranza serba, nell’estate 1995, sono stati assolti dai cinque giudici della Corte d’Appello dell’Aja con verdetto votato a maggioranza di tre su cinque: favorevoli il presidente della Corte, l’americano di origine polacca Theodor Meron, il giamaicano Patrick Robinson ed il turco Mehmet Guney, contrari l’italiano Fausto Pocar ed il maltese Carmel Agius. E’ stata così disposta l’immediata scarcerazione dei due ex ufficiali, cosa che ha mandato in estasi la folla di 100mila persone che a Zagabria si era raccolta attorno ai maxischermi posizionati nella piazza della capitale, dove i due sono considerati veri e propri eroi.
Nel 1995 l’allora capo dell’esercito croato Ante Gotovina e l’allora capo della polizia Mladen Markac avevano ordinato di aprire il fuoco dei cannoni contro i secessionisti serbi della Krajina e nel processo di primo grado risultava che erano stati colpiti in modo deliberato edifici scolastici ed ospedali per quella che doveva essere una vera e propria pulizia etnica, in cui persero la vita 324 civili. Venne poi imposta l’espulsione di oltre 90mila persone dal territorio croato.
La sentenza di oggi ha ribaltato il giudizio di primo grado, in quanto il collegio giudicante ha stabilito, se pur a maggioranza, che i tiri di artiglieria avevano colpito gli edifici civili in modo del tutto accidentale e che il trasferimento dei 90mila abitanti della Krajina rientrava nell’ottica del conflitto.
La notizia del’assoluzione di Gotovina e di Markac è stata accolta come un’ulteriore lacerazione  delle ferite a Belgrado, dove l’organizzazione ultranazionalista serba ‘Dveri’ ha chiesto al presidente e al governo serbo di interrompere i colloqui con l’Unione europea e il dialogo con Pristina. ‘Dveri’ ha chiesto anche la fine di ogni rapporto con il Tribunale penale internazionale e l’immediata scarcerazione dei serbi in attesa di giudizio.
“Se il presidente e il governo non reagiranno a queste richieste e non intraprenderanno passi urgenti di tipo politico e diplomatico – hanno comunicato in una nota i responsabili dell’organizzazione di destra – si renderanno complici dell’umiliazione e della distruzione del popolo serbo”.