L’ebola e il colpevole ritardo dell’Oms

di C. Alessandro Mauceri –

EbolaFino a qualche mese fa sembrava che il virus Ebola avrebbe invaso il mondo e che la popolazione globale sarebbe stata decimata. Poi, come d’incanto, del problema “Ebola” nessuno ha più parlato. Tutto sembrava essere tornato nella normalità: il virus continuava ad esistere e a causare morti in diverse zone dell’Africa, ma ben definite e controllate e le case farmaceutiche avevano risparmiato miliardi di dollari grazie all’autorizzazione, concessa dall’OMS, di trovare possibili farmaci per sconfiggere l’epidemia senza effettuare i costosi e difficili test.
Solo per le organizzazioni internazionali i problemi legati al virus Ebola non sembrano essere finiti. Nei giorni scorsi una bufera si è abbattuta sull’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (anche conosciuta come WHO). Diversi documenti e email interne diffuse dall’Associated Press dimostrano che l’OMS era a conoscenza della gravità dell’epidemia del virus Ebola già diversi mesi prima di lanciare l’”allarme globale”. Anzi, pare proprio che l’OMS abbia volutamente evitato di rendere nota la gravità dell’epidemia diffusa nell’Africa occidentale e altrettanto deliberatamente abbia rinviato l’attuazione delle procedure di emergenza.
Anche secondo l’organizzazione Medici Senza Frontiere esistono gravi responsabilità da parte dell’OMS. L’accusa è contenuta nel rapporto “Pushed to the limit and beyond” (Spinti al limite e oltre) dove sono riportate diverse interviste a operatori umanitari coinvolti nell’intervento di MSF contro l’Ebola soprattutto in Guinea.
Lo stato di emergenza sanitaria internazionale per la diffusione del virus Ebola venne lanciato ufficialmente dall’OMS nel mese di agosto. Stando ai documenti, però, i funzionari dell’OMS erano informati della gravità della situazione (e delle conseguenze che sarebbero derivate dalla diffusione del virus in alcune zone dell’Africa) già dal mese a giungo. In un’email datata 5 giugno, diffusa dall’Associated Press, la dott.ssa Sylvie Briand, che gestisce il dipartimento dell’OMS che si occupa di queste malattie, avrebbe detto ad un collega che, invece che intervenire urgentemente, sarebbe stato “più efficace utilizzare altri mezzi diplomatici, per il momento”. Secondo la funzionaria dell’OMS, dichiarare l’emergenza era “l’ultima risorsa”. Pochi giorni dopo, in un’altra email, il direttore generale dell’OMS, Margaret Chan, veniva informata del fatto che il virus avrebbe potuto diffondersi rapidamente in Mali, Costa d’Avorio e in Guinea.
Nonostante questi allarmi, l’azione dell’OMS fu limitata alla convocazione di un comitato per discutere di ciò avrebbe potuto “essere visto come un atto ostile”. Con il proprio operato quindi l’OMS avrebbe ritardato gli interventi necessari per arginare la diffusione della malattia. Un ritardo che, come ha riportato l’Associated Press, “potrebbe essere costato molte vite”. Secondo diversi esperti, l’Oms ha atteso prima di lanciare l’allarme globale per diversi motivi: innanzitutto per non indispettire i governi dei Paesi africani coinvolti e, poi, per non danneggiare le loro economie o interferire con il pellegrinaggio dei musulmani alla Mecca. “E’ come dire che non si vuole chiamare i vigili del fuoco perché hai paura che i camion dei pompieri creino disturbo nel quartiere”, ha detto Michael Osterholm, un importante esperto di malattie infettive presso l’Università del Minnesota.
Ma non sarebbero solo queste le “prove” della responsabilità dell’organizzazione: in più di una occasione, sempre Margaret Chan ha ribadito che l’epidemia ha colto il mondo di sorpresa: “La malattia è stata inaspettata e sconosciuta a tutti, a cominciare dai medici e dai tecnici di laboratorio”. E in una dichiarazione ufficiale a Londra, sempre la Chan dichiarò che solo alla fine di luglio si era manifestato il primo segno che l’epidemia legata al virus Ebola sarebbe diventata un’emergenza globale (quando un consulente contagiato prese un volo dalla Liberia ad un aeroporto nigeriano). Stando a quanto riferisce l’AP, invece, esistono numerosi riscontri che alti dirigenti dell’OMS a Ginevra erano stati informati del pericolo incombente prima di quella data e che l’allarme globale venne ritardato a causa dalla ” pressione politica nei paesi interessati” e della “mobilita aiuti esteri e di azione.”
Quando Medici Senza Frontiere lanciò l’allarme avvertendo che la diffusione del virus era ormai fuori controllo, l’OMS smentì categoricamente e inviò sul posto personale per dimostrarlo. I tecnici inviati, però, erano, in molti casi, privi di conoscenze specifiche (ad esempio, uno dei consulenti inviati si infettò proprio per aver violato il protocollo di sicurezza e, per questo motivo, venne allontanato con il resto del personale dall’hotel in cui alloggiavano).
Secondo la dott.ssa Sylvie Briand, responsabile del dipartimento malattie pandemiche ed epidemiche dell’OMS, l’agenzia ha operato scelte sbagliate, ma per contro rinviare l’allarme sarebbe stato giustificato dal timore delle conseguenze economiche catastrofiche che avrebbero potuto derivarne.
Di diverso avviso Matthieu Kamwa, un medico che ha lavorato come rappresentante dell’OMS per la Repubblica democratica del Congo durante l’epidemia di Ebola del 2008. Kamwa ha detto che se l’allarme fosse stato dato in tempo molte vite sarebbero state salvate: “Le persone sono morte perché le cose non sono state fatte”.
Il rischio dell’espansione dell’epidemia, secondo molti, era evidente già a metà aprile, quando si verificarono oltre cento morti in Guinea. Fu allora che un esperto di Ebola che aveva lavorato con l’OMS in Africa scrisse a un membro dello staff di Ginevra dicendo che la situazione aveva preso una piega critica e che molti operatori sanitari a Donka Hospital della capitale erano stati esposti al virus. “Quello che vediamo è la punta di un iceberg”, disse Jean-Bosco Ndihokubwayo. Per questo lo scienziato chiese l’invio di una mezza dozzina di esperti di epidemie e titolò la sua email: “Abbiamo bisogno di aiuto”.
L’OMS inviò nella regione un esperto di Ebola, Pierre Formenty. Ma la maggior parte delle persone al suo seguito, classificate come “esperti”, “non aveva idea di come gestire un’epidemia di Ebola”, ha detto Marc Poncin, capo della missione in Guinea per Medici Senza Frontiere.
Fino ad oggi l’unica risposta ufficiale dell’OMS alle accuse lanciate dall’AP e da MSF è stato un blando comunicato: “La gente spesso confonde la dichiarazione di un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale con la nostra risposta operativa è molto diverso che ha montato una forte risposta operativa un anno fa, quando ci è stato notificato l’epidemia era Ebola… “.
In una riunione a Ginevra, lo scienziato Stephane Hugonnet ha detto che l’agenzia (l’OMS) era “sopraffatta dalle epidemie”. Nonostante l’elevato numero di dipendenti, infatti, uno dei problemi dell’OMS sarebbe l’incapacità di far fronte ai circa 800 focolai di epidemie che si manifestano ogni anno in varie parti del mondo. Secondo Kelley Lee, accademico e autore del libro sull’OMS, cercare di giustificare l’OMS sarebbe come cercare di “spostare le sedie a sdraio su una nave che affonda”.