Lettere alla redazione

Spett.le Direttore,

sadiqov vaqifci troviamo a dover intervenire in seguito alla replica, del 20 Febbraio, a firma dell’Ambasciata dell’Armenia, relativa al vostro articolo del 13 Febbraio  dal titolo “A Roma si parla del massacro di Khojaly”.
Purtroppo, come cittadini di uno Stato vittima di un’aggressione e di un conseguente conflitto, ci aspetteremmo e attendiamo dal Governo dell’Armenia la richiesta di perdono per le vittime del Genocidio di Khojaly, ma al contrario il Governo armeno con argomenti falsi non solo non riconosce le proprie responsabilità, ma al contrario accusa il nostro Stato, l’Azerbaigian, il cui territorio è per il 20% sotto occupazione militare da parte dell’Armenia stessa.
Ricordiamo per i vostri lettori che da oltre 20 anni, con l’occupazione militare da parte dell’Armenia del Nagorno Karabakh, regione dell’Azerbaigian, e delle sette regioni azerbaigiane circostanti, l’Armenia ha causato la morte di 30 mila cittadini dell’Azerbaigian, e costretto la comunità azerbaigiana del Nagorno Karabakh regione dell’Azerbaigian, e delle 7 regioni circostanti, ad abbandonare le proprie case (la mappa dell’aggressione dell’Armenia contro l’Azerbaigian).
Oggi in Azerbaigian vive oltre un milione di rifugiati e di profughi interni: 250 mila azerbaigiani che vivevano in Armenia prima del 1988 e oltre 750 mila dei territori dell’Azerbaigian occupati dall’Armenia. Non è possibile ora trovare nessun azerbaigiano nei territori dell’Azerbaigian occupati dall’Armenia. Perfino la Germania nazista non ha allontanato dalle proprie case la popolazione civile dei territori occupati, a differenza dell’Armenia.
Alla base e prima causa del conflitto vi è la folle aspirazione dell’Armenia alla creazione di “una grande Armenia” che includa territori di Georgia, Azerbaigian e Turchia. Il 23 Luglio del 2011, il presidente armeno Serzh Sargsyan in un incontro con i partecipanti della V olimpiade pan-armena per la lingua armena, la letteratura e gli studi armeni, rispondendo ad una domanda degli studenti su quali potranno essere i futuri confini dell’Armenia, ha detto: “Tutto dipende dalla vostra generazione. La mia generazione, credo, ha adempiuto il suo dovere, quando nei primi anni ’90 era necessario difendere dal nemico una parte del nostro paese – il Nagorno – Karabakh, e siamo stati in grado di farlo”.
Questa dichiarazione pubblica del presidente dello stato confinante indica apertamente mire espansionistiche dell’Armenia nei confronti di Turchia, Georgia ed Azerbaigian, ed è una prova convincente del fatto dell’occupazione armena del Nagorno- Karabakh e delle sette regioni azere circostanti. (http://www.armtoday.info/default.asp?Lang=Ru&NewsiD=48356).
Nel 2012 il Ministro dell’Istruzione e della Scienza Armen Ashotyan nell’incontro con studenti di Javakheti (una regione della Georgia) e del Nagorno Karabakh, regione dell’Azerbaigian, ha dichiarato: “Continuate a studiare bene, perché questa è l’unica condizione per il successo futuro. Vi esorto, completati gli studi, a tornare a Javakhk e nel Nagorno Karabakh, per contribuire alla prosperità di queste parti del nostro paese”. (http://hetq.am/rus/news/11836/khrakhusv; http://www.apsny.gel2012lpoll133202166l.php)
Il Governo armeno educa le nuove generazioni all’odio. Ne è un esempio il fatto che dal 2005 al 2008 il National Cinema Center armeno ha trasmesso sulla televisione pubblica dell’Armenia quattro cartoni animati dell’animatore Robert Sahakyants, Road Home, che parlano di un gruppo di bambini provenienti da Karin i quali, nel 2050, svolgerebbero un viaggio nei “terrritori liberati dai nemici”. Tali territori includono regioni della Georgia, Azerbaigian e Turchia. (http://masis.tvlcomponentioption.com_afm/pid.1421vfile. l7381lang,hy/)
Il programma del partito Dashnak, membro della coalizione di governo in Armenia, include, come uno degli obiettivi, I’adesione di Javakheti (una regione di Georgia-paese vicina) all’Armenia, insieme con il Karabakh, Nakhichevan e parte del territorio della Turchia. (http://poli.vub.ac.be/publi/crs/eng/0301-05.htm; http://liberiana.wordpress.com/armenia- georgia/markhulia/)
L’ambasciata armena fa riferimento al sito www.azadliq.org ma omettedo una parte di testimonianza. A tale link è infatti indicato anche che i Membri del Consiglio Nazionale di Sicurezza dell’Azerbaigian non credevano che l’esercito dell’Armenia avrebbe potuto commettere genocidio nei confronti della popolazione di Khojaly, città del Nagorno­ Karabakh, regione dell’Azerbaigian. A prova di ciò a Khojaly non erano quasi presenti soldati dell’Azerbaigian.
Citiamo, per evidenziare, le seguenti parole di un’intervista rilasciata, nel 2000, al giornalista britannico Thomas De Waal dall’attuale Presidente armeno Serzh Sargsyan, che al tempo del conflitto armeno-azero ricopriva la carica di Ministro della Difesa: “Prima di Khojali, gli azerbaigiani pensavano che gli armeni non avrebbero potuto alzare un dito contro la popolazione civile. Siamo riusciti a infrangere quello stereotipo”. (De Waal, Thomas (2004). Black garden: Armenia and Azerbaijan through peace and war. ABC-CLIO. pp. 172-173. ISBN 0-8147-1945-7.)
Ancora nella lettera si parla dell’utilizzo azero di civili come scudo, ma l’Azerbaigian non ha mai usato la popolazione civile come “scudo”. Si sono verificate uccisioni di bambini, donne sole o in attesa di un figlio, violenze e torture, su civili in balia dell’esercito armeno, dopo l’invasione di Khojaly, e non durante I’attacco. Quale logica può giustificare uccisioni così atroci e violente, (ricordiamo quale crudeltà stia dietro l’asportazione dello scalpo etc.) che non sarebbero potute avvenire in fase di attacco?
L’Ambasciata armena parla di corridoio umano ma ciò è confutato anche dal Memorial Human Rights Centre e da Human Rights Watch, che anzi ha definito l’episodio come il “più grande e orribile massacro del conflitto”. (http://www.hrw.org/en/news/1997l 03l 23l response-armenian-government-letter-town-khojaly-nagorno-karabakh; http://www.memo.ru/hr/hotpoints/ karabah/ Hojaly/Chapter1.htm)
Il genocidio di Khojaly è stato riconosciuto e commemorato a vari livelli in 15 stati americani, Turchia, Messico, Pakistan, Colombia, Repubblica Ceca, Bosnia Erzegovina, Perù e Honduras. Ricordiamo la posizione della comunità internazionale nei documenti ufficiali delle Nazioni Unite, EU, NATO, in relazione al conflitto indicato ovunque come conflitto tra Armenia ed Azerbaigian, e rappresenta una profonda distorsione della realtà che l’Ambasciata armena si riferisca ad esso come ad un conflitto tra Azerbaigian e Nagorno Karabakh. (http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=A/RES/62/243&Lang=E; http://www.osce.org/it/c/39542? download=true; http://europa.eu/rapid/press-release_PESC-02-105_en.htm ; http:/ /www.nato.int/cps/ en/natolive/news_52837.htm.)
A tal proposito si veda ad esempio la Risoluzione del Parlamento Europeo del 23 Ottobre 2013 in cui al paragrafo 16 – rammenta la sua posizione secondo cui l’occupazione da parte di un paese del partenariato orientale del territorio di un altro paese viola i principi e gli obiettivi fondamentali del partenariato e che la risoluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh.
Nel 1989, sotto la guida di Robert Kocharian è stata fondata l’organizzazione socio-politica “Miatsum” con lo scopo di annettere il Nagorno-Karabakh all’Armenia. L’idea del Miatsum può essere comparata con quella dell’Anschluss della Germania nazista nel 1938. Il 15 giugno 1988 il Consiglio Supremo dei Soviet dell’Armenia ha votato procedendo con l’annessione del Nagorno Karabakh, utilizzando l’autodeterminazione come pretesto. La nota armena parla poi erroneamente di un’iniziativa di Stalin del 1921 nell’annessione del Nagorno Karabakh all’Azerbaigian, ma in realtà Stalin salì al potere successivamente, nel 1924, e si trattò di “mantenere” il Nagorno Karabakh come parte dell’Azerbaigian e concedergli lo Status di Provincia Autonoma e non di “annessione”. (http://karabakh.org/articles/on-autonomy-for­ nagorno-karabakh-lessons-of-history)
Invece Stalin, in riferimento alla lettera del Primo segretario del Partito Comunista dell’Armenia Grigor Harutyunyan permise la deportazione della popolazione azerbaigiana dall’Armenia nel 1947-1950, in accordo con la Risoluzione 4083 del 23 Dicembre 1947 del Consiglio dei Ministri dell’Unione Sovietica (http://upload.wikimedia.org/Wikipedia/commons/1/ld/1348221380_o-pereselenii-iz­ zangezura.jpg?Uselang =ru; http://www.hrono.info/ dokum/194_dok/19480310 azer.html).
La nota armena cita l’uccisione di Chingiz Mustafayev, cameraman Azerbaijano, in circostanze misteriose. Non c’è in realtà mistero. Il momento della morte di Chingiz Mustafayev, ucciso dalle armi armene, sulla linea del fronte, è stato filmato dallo stesso Chingiz Mustafayev, eroe dell’Azerbaigian. (http://www.youtube.com/watch?v=lgpAi78VoZO- Cingiz Mustafayev, CNN)
Per quanto concerne l’aumento delle spese militari in Azerbaigian, ricordiamo che l’Armenia è al quarto posto nell’indice di militarizzazione BICC (http://www.bicc.de/old- site/uploads/pdf/GMI_Daten_2013_e.pdf} e proprio per far fronte a ciò e agli aiuti che l’Armenia riceve dagli stati amici, che non compaiono nelle statistiche ufficiali, il nostro Stato è obbligato ad aumentare i suoi armamenti. Per quanto concerne la causa della spesa militare azerbaigiana, l’Azerbaigian non vuole occupare alcuna terra di altri, vuole solo riavere indietro i suoi territori occupati dall’Armenia.
Robert Kocharian, allora Presidente dell’Armenia, sul podio del Consiglio d’Europa, ha affermato in passato la tesi di “incompatibilità genetica tra popolazione azerbaigiana ed armena”. L’allora Segretario generale Walter Schwimmer ha reagito indicando questa come una manifestazione di incitamento alla guerra, ostilità, retorica di intolleranza, mai udita prima nella storia del Consiglio d’Europa.
L’Armenia ignora le quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, n. 822, 853, 874 e 884 del 1993, che invocano il ritiro delle forze armate armene dai territori occupati, così come altri documenti dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa, dell’Unione Europea, etc. Ultima in ordine temporale la Risoluzione del Parlamento Europeo del 23 ottobre del 2013, in cui nel paragrafo 16 si dice che la risoluzione del conflitto del Nagomo-Karabakh dovrebbe essere conforme alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e ai principi fondamentali del Gruppo di Minsk dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) sanciti nella dichiarazione comune dell’Aquila del 10 luglio 2009.
Purtroppo l’atteggiamento dell’Armenia è il risutato della impunità nei confronti dell’aggressione armena da parte della Comunità Internazionale. Inoltre, chiunque nel governo dell’Armenia voglia la pace viene ucciso o allontanato. Nel 1998 il presidente Ter Petrosyan fu costretto alle dimissioni di fronte alla decisa opposizione del Primo Ministro Robert Kocharyan e del Ministro della Difesa alla sua disponibilità a una soluzione di compromesso sul conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia ed Azerbaigian.
Il presidente Ter Petrosyan aveva infatti capito che I’Armenia doveva restituire i territori dell’Azerbaigian occupati dall’Armenia. Al suo posto venne eletto lo stesso Robert Kocharian. (Danielyan, Emil – 9 February 1998). “Armenia: President’s Resignation Likely To Cause Policy Changes”. Radio Free Europe/Radio Liberty. Retrieved 11 April 2013; “Serious Differences Surface at Security Council Meeting”. Asbarez. 14 January 1998. Retrieved 6 April 2013. “Armenia’s Turmoil”. The New York Times. 9 February 1998. Retrieved 8 April 2013. Williams, Carol J. (5 February 1998). “Armenian Hard-Liners Consolidate Control” (Los Angeles Times. Retrieved 14 April 2013.)
Lo stesso motivo per gli autori della sparatoria nel parlamento armeno, durante la quale il Primo Ministro Vazgen Sargsyan e lo Speaker del Parlamento Karen Demirchyan sono stati assassinati (de Waal, Thomas (2010). The Caucasus: An Introduction. Oxford University Press. p. 128. ISBN 978- 0-19-974620-0).
Ricordiamo che la vittoria alle elezioni presidenziali del delfino di Robert Kocharian, Serzh Sargsyan, fu duramente contestata dalla popolazione, come testimoniato anche dalla stampa italiana (http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200803articoli/30686girata.asp). Come risultato le forze di sicurezza e la polizia hanno ucciso 10protestanti pacifici (http://www.hrw.org/sites/default/files/reports/  armenia0209webwcover.pdf).
Nella sua nota poi l’Ambasciata dell’Armenia accusa l’Azerbaigian di corruzione. La corruzione è presente in tutte le società, ma in Azerbaigian è stato creato anche un solido sistema di lotta alla corruzione. Attraverso il Decreto del Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian n. 685 del 13 Giugno 2012 “ASAN Service” sono stati istituiti centri sotto l’Agenzia di Stato per il Servizio Pubblico e l’Innovazione Sociale dipendenti dal Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian con lo scopo di aumentare la trasparenza e rafforzare la lotta contro la corruzione; ciò è stato riconosciuto anche dal Parlamento Europeo e a altri livelli internazionali. (http://online.wsj.com/article/PR-CO-20130422- 904254.html; http://www.eureporter.co/video-news/)
Non è invece possibile dire che I’Armenia lotti efficacemente contro la corruzione. (http://www.transparency.org/files/content/corruptionqas/Overview_of_corruption_in_Armenia_l.pdf; http://www.bu.edu/lawlcentral/jdlorganizations/journals/international/volume31nl/documents/Moore_ JCl (3). Pdf)
Ma lo scopo ultimo di questa nostra nota, al di là della reciproche accuse, è permettere al lettore di conoscere quale verità sia alla base del Conflitto del Nagorno Karabakh e quale falsità si annidi dietro le parole di chi, continuando ad occupare militarmente il nostro territorio, non riconosce le proprie responsabilità.
Solo un passo indietro del Governo Armeno, e la liberazione dei nostri territori, potrebbe portare ad un cammino verso la soluzione della questione, il cui perdurare da oltre un ventennio costituisce per il nostro popolo una ferita sempre aperta.

 Cordialmente,

Ambasciatore Vaqif Sadiqov

Nagorno Karabakh fuori

 Le regioni al di fuori della zona del Nagorno-Karabakh prima dell’occupazione

Regione

Occupato

Territorio (kmq)

Popolazione

Lachin 18.5.1992 1.835 64.900
Kelbajar 2.4.1993 3054 67.500
Aghdam 23.7.1993 1.154 160.000
Fuzuli 23.8.1993 1.386 142.000
Jebrayil 23.8.1993 1.050 62.000
Gubatly 31.8.1993 802 35.000
Zangelan 28.10.1993 707 38.000

 

Distruzioni causate dall’aggressione

dell’Armenia contro l’Azerbaijan

Insediamenti 890
Case 150.000
Edifici pubblici 7.000
Scuole 693
Asili 855
Strutture danitarie 695
Librerie 927
Templi 53
Palazzi storici 9
Monumenti storici e musei 464
Oggetti museali 40.000
Imprese industriali e agricole 6.000
Autostrade 800 km
Ponti 160
Acquedotti 2.300 km
Gasdotti 2.000 km
Linee di energia elettrica 15.000 km
Foreste 280.000 ha
Campi coltivabili 1.000.000 ha
Sistemi d’irrigazione 1.200 km
Danno complessivo stimato > 60 mld dlr

 

Rifugiati e migrati forzati nell’Azerbaijan

Rifugiati dall’Armenia 250.000
Migrati forzati dai territori occupati 760.000
Totale 1.010.000

 

Territori occupati  dell’Azerbaijan

Regione del Nagorno Karabakh prima dell’occupazione

Territorio 4.388 sq. Km
Popolazione 189.085
Armeni 145.450 (76,9%)
Azerbaigiani 40.688 (21,5%)
Altri 2.947 (1,6%)
Estensione dei confini 485 km

 

Vittime azerbaijane dell’aggressione armena

Uccisi 20.000
Disabili 50.000

 – Tabelle, fonte: Ambasciata dell’Azerbaijan a Roma – 

azerbaijan gasdotti fuori

azerbaijan gasdotti 2 fuori