Libano. Polemiche per la nomina dell’ambasciatore in Siria, si dimette il premier Hariri

Notizie Geopolitiche –

A distanza di un anno esatto dalla sua nomina il premier libanese Saad Hariri ha rassegnato oggi le sue dimissioni in aperta polemica con alcuni partiti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione di Hariri e del presidente Michel Aoun di nominare l’ambasciatore in Siria, di fatto riconoscendo la legittimità del regime di Damasco.
Il nuovo ambasciatore, che dovrebbe assumere ufficialmente l’incarico in questi giorni, è Saad Zakhia, ma l’iniziativa non è andata giù al partito delle Forze libanesi cristiane di Samir Geagea, il quale in un comunicato ha scritto che “nonostante si tratti di una routine, non accetteremo mai che l’ambasciatore presenti le credenziali a Bashar al-Assad”. “Si tratta – ha aggiunto – di insulto per il popolo libanese per famiglia araba”.
In realtà il paese mediorientale si regge su una serie di delicatissimi equilibri con le parti che, grossomodo, sono o sostenute anche finanziariamente dall’Iran (alleato di Bashar al-Assad) o dall’Arabia Saudita, che in Siria sostiene i ribelli quando non Jabat Fatah al-Sham, ovvero i qaedisti di ex Jabat al-Nusra.
L’ufficio di Aoun ha tuttavia osservato che “Le relazioni diplomatiche con la Siria non sono mai state interrotte”. Il presidente è un 82enne ex generale, da sempre schierato con gli Hezbollah e quindi con il presidente siriano Bashar al-Assad, mentre il sunnita Saad Hariri, che era già stato premier dal 2009 al 2011, è sempre stato contro il governo di Damasco e gli Hezbollah, ma proprio per gli equilibri interni ed esterni ha ritenuto di dover proseguire con la nomina dell’ambasciatore Zakhia.

Nella seconda foto: il presidente Michel Aoun.