Libia. 1500 rifugiati arriveranno in Italia con i corridoi umanitari e le evacuazioni grazie al nuovo protocollo d’intesa firmato a Roma

Oltre 2.4 milioni di rifugiati nel mondo hanno bisogno di reinsediamento, un aumento del 36% rispetto al fabbisogno del 2022.

Unhcr

Firmato oggi il nuovo protocollo d’intesa tra Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione, l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), l’Arci, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche e Inmp, che permetterà a 1500 rifugiati e persone che necessitano di protezione internazionale di essere evacuati dalla Libia all’Italia nell’arco di tre anni.
Il nuovo protocollo segue il primo del 2021 e rinnova l’impegno già avviato dall’Italia nel 2017 che ha permesso l’arrivo di 1400 persone nel nostro paese, grazie a meccanismi di evacuazione o tramite i corridoi umanitari.
Il progetto riguarderà persone costrette a fuggire dai loro paesi a causa di guerre e violenze che si trovano temporaneamente in Libia. Tra loro, bambini, donne vittime di tratta, persone sopravvissute alla violenza e alla tortura e persone in gravi condizioni di salute, che saranno individuate dall’UNHCR, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e l’ARCI.
Delle 1.500 persone che arriveranno 600 saranno trasferite in strutture del Sistema accoglienza integrazione (Sai), a carico del Ministero dell’Interno mentre 900 saranno accolte dalle associazioni secondo il modello dei corridoi umanitari e distribuite in tutto il territorio nazionale: 400 dalla Comunità di Sant’Egidio, 300 dall’Arci e 200 dalla Federazione delle Chiese Evangeliche.
«La volontà delle autorità italiane di rinnovare il protocollo e permettere ai rifugiati più vulnerabili di essere evacuati dalla Libia conferma il ruolo cardine dell’Italia nella protezione delle persone in fuga” ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. «I canali sicuri come le evacuazioni sono una misura salva vita e un segno importante di solidarietà e di umanità. Nel mondo oggi sono 114 milioni le persone costrette alla fuga, dobbiamo continuare a lavorare insieme per ampliare i canali sicuri, incluso il reinsediamento, permettendo ai rifugiati di ricostruire la propria vita in sicurezza e dignità”.
Dal 2017, l’UNHCR ha evacuato o reinsediato 1,368 rifugiati e richiedenti asilo dalla Libia all’Italia. L’UNHCR stima che nel 2023 globalmente più di 2.4 milioni di rifugiati avranno bisogno di reinsediamento; si tratta di un aumento del 36% rispetto al fabbisogno del 2022, che riguardava 1,47 milioni di persone.
I canali regolari e sicuri, tra cui le evacuazioni di emergenza, i corridoi umanitari, il reinsediamento ed il ricongiungimento familiare permettono ai rifugiati di ricostruirsi un futuro in dignità senza essere costretti a intraprendere viaggi pericolosi nelle mani dei trafficanti. Allo stesso tempo sono un segnale tangibile di solidarietà verso i paesi a basso e medio reddito che ospitano il 75% dei rifugiati nel mondo.