Libia. Al-Swejhli rimprovera l’ambasciatore libico all’Onu, mentre l’ICC richiede ad Haftar la consegna di Warfali

di Vanessa Tomassini

Il capo dell’Alto Consiglio di Stato libico Abdul Rahman al-Sweihli ha inviato una lettera al ministro degli Esteri, Mohammed Sayala, rimproverando l’ambasciatore alle Nazioni Unite, al-Mahdi al-Mijrbi, per non aver parlato al Consiglio Onu degli ultimi crimini di guerra contro i civili nella Libia orientale, di cui non sono ancora stati individuati i perpetratori.
Al-Sweihli ha sottolineato che l’ambasciatore non abbia fatto il minimo accenno ai massacri di al-Abyar e Derna, affermando che una tale negligenza è irrispettosa di quegli uomini, donne e bambini uccisi in quelle circostanze ancora da spiegare e di cui è certo il coinvolgimento di uno o più governi stranieri.
“La sua dichiarazione non ha soddisfatto le richieste del popolo libico, che attende di veder puniti i criminali. Inoltre l’ambasciatore ha affermato che il tribunale libico può indagare e condannare gli autori di questi crimini, cosa che non è vera”, ha aggiunto il capo dell’Alto Consiglio di Stato, chiedendo ancora una volta un Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite straordinario, esclusivamente per esaminare i due casi, in cui si contano rispettivamente 36 cadaveri, ad al-Abyar e 28 a Derna.
“Sono rimasto scioccato nel vedere che l’ambasciatore libico stava difendendo i perpetratori di crimini di guerra e chiedendo alla ICC di non interferire nel caso, sapendo benissimo che la magistratura libica è totalmente paralizzata”, ha ribadito più volte al-Sweihli. Alla lettera si sono aggiunte anche le critiche da parte di molti membri della Camera dei Rappresentanti di Tobruk. La Corte Internazionale di Giustizia (Icc) ha chiesto invece al generale Khalifa Haftar la consegna dell’ufficiale Mahmoud Warfali, per cui il Tribunale ha emesso un mandato di arresto lo scorso agosto. L’uomo forte di Tobruk avrebbe fatto sapere nel frattempo che Mahmoud Werfali sarebbe già sotto custodia e che lo stesso generale starebbe indagando. Tali dichiarazioni non hanno tuttavia raccolto alcuna credibilità. È chiaro infatti che qualora Werfali dovesse apparire davanti ai giudici internazionali riferirebbe senza dubbio da chi il comandante abbia preso ordini, essendo un sottoposto del cirenaico nel Libyan National Army. La Corte ha anche ribadito gli ordini di consegna immediata e le condanne per crimini di guerra emessi nei confronti di figure di spicco dell’ex regime Gheddafi, tra cui quella per Saif al-Islam, nonostante il suo avvocato abbia chiaramente smentito la corte in una recente intervista al nostro giornale. Il procuratore dell’Aja, Fatou Bensouda, si è detta molto preoccupata per la situazione libica e per le continue uccisioni e i ritrovamenti di cadaveri che rimangono impuniti. Bensouda ha anche anticipato che il file Libia sarà una priorità della Corte che adotta lo Statuto di Roma.