Libia. Ciclone “Daniel”, si temono 10mila morti. Scatta la solidarietà internazionale

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Forse con meno impatto mediatico, ma certamente assai più grave per la perdita di vite umane, è quanto accaduto in Libia poco dopo il terribile terremoto avvenuto in Marocco. Sono infatti oltre 10mila i dispersi a causa del il ciclone “Daniel” che ha colpito soprattutto la municipaità di Derna provocando inondazioni, e solo nella città della Cirenaica i morti accertati sono oltre 2.600, per un totale (ma il bilancio è in crescita) di almeno 6mila morti.
In alcuni centri il livello dell’acqua è salito fino a tre metri, distruggendo gli edifici e rendendo del tutto inagibili le vie di comunicazione, cosa che rende difficile i soccorsi.
Ad al-Masar Tv, ripresa dall’Ansa, Othman Abdel Jaliil, ministro della Sanità del governo “di Tobruk”, ha spiegato che “viste le migliaia di persone scomparse, si prevede che il numero dei morti raggiungerà i 10mila”.
Ai soccorritori le scene si presentano in tutta la loro drammaticità, con morti ovunque, spesso accatastati in attesa del riconoscimento, ma il rischio ora è la diffusione di malattie.
Intanto è scattata la solidarietà internazionale, innanzitutto dal mondo arabo, e in Libia sono prontamente giunti i soccorsi dal Kuwait con mezzi, medicinali e generi di prima necessità. Tre aerei sono arrivati dalla Turchia, mentre l’Algeria ha disposto un ponte aereo strutturato con otto velivoli.
Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha espresso “i sentimenti di sincera partecipazione al dolore dell’amico popolo libico”, e dall’Italia è arrivata una prima squadra di soccorritori del dipartimento della Protezione civile.
Aiuti anche dall’Onu, coordinati dal rappresentante per gli Affari umanitari Martin Griffiths, e dagli Usa; la Francia ha inviato un ospedale da campo, Ue e Russia si sono dette pronte a intervenire.