Libia. Incendio all’oleodotto di al-Zaqut al Sidra. Negli Usa il prezzo del petrolio sale del 3%

di Vanessa Tomassini

Per capire quanto influisce nei nostri paesi ciò che accade in Libia, basta vedere i prezzi del petrolio negli Stati Uniti questa mattina. Dopo l’incendio scoppiato ieri nell’oleodotto di al-Zuqut al-Sidra, una sussidiaria della Waha Oil Company, i rialzi sul mercato petrolifero hanno superato il 3%. La pipeline di proprietà della Waha in joint venture con la National Oil Company (Noc) ed altri colossi petroliferi internazionali, collega i giacimenti petroliferi del bacino di Marada con il porto petrolifero di Sidra, riaperti solo di recente.
Ancora da accertare le cause dell’incendio: in un comunicato la compagnia petrolifera nazionale ha fatto sapere che le indagini sono ancora in corso ed il suo Consiglio di amministrazione continuerà a monitorare gli sviluppi. La stessa Noc ha dichiarato di aver dirottato la produzione su un’altra pipeline, quella di Samah, tuttavia la compagnia precisa che si “prevede una perdita di produzione da 70mila a 100mila barili / giorno”. Sul posto sono intervenute immediatamente le squadre di vigili del fuoco, che hanno provveduto a domare le fiamme.
Secondo alcuni siti d’informazione locali che citano il portavoce del Battaglione 302, responsabile per la sicurezza della regione petrolifera di al-Sidra, Imran Al-Hamali, l’oleodotto sarebbe stato fatto detonare da un gruppo terroristico. Anche se non si esclude un incidente per via dell’assenza di una corretta manutenzione a causa dei conflitti che imperversano la regione dal 2011. L’origine dolosa non è da escludere. Già in passato alcune milizie avevano minacciato di colpire gli oleodotti per ottenere il rilascio di prigionieri. Anche gli islamisti avevano attaccato gli impianti, liberati nei mesi scorsi dagli uomini del Libyan National Army.
Sono stati proprio i sabotaggi alle linee petrolifere a far registrare un calo della produzione, con perdite per le casse libiche di oltre 100 miliardi di dollari negli ultimi 6 anni. La National Oil Corporation e le altre multinazionali del greggio negli ultimi 6 mesi hanno raddoppiato gli sforzi per tornare ai tassi pre-crisi di 1,6 milioni di barili al giorno.
Secondo alcune nostre fonti i responsabili sarebbero alcuni uomini vicini al generale Khalifa Haftar, in particolare Ali Sieda della tribù dei Tabbo.