Libia. Leader sociali scrivono una lettera all’inviato Onu, Ghassan Salamè

di Vanessa Tomassini – 

I leader politici libici del popolo (Ldp) hanno scritto una lettera all’inviato delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamè, chiedendogli di prendere in considerazione alcune misure per un piano che porterebbe lo stato libico fuori dalla difficile situazione attuale, per essere stabile, sicuro e divenire un partner efficiente nella sicurezza e nell’economia globale. Le loro proposte internazionali supportano anche una roadmap sulla sicurezza.
Sulla base delle dichiarazioni rilasciate da Ghassan Salamè sul “piano dei libici, non delle Nazioni Unite”, i passi proposti dai leader sociali popolari hanno chiesto che venga ristabilita la sicurezza e una riconciliazione nazionale completa in base alla distribuzione geografica; di mantenere la sicurezza e la stabilità in tutto il paese nordafricano e con la partecipazione di tutte le componenti libiche, ciascuna in base alla regione geografica in cui risiede.
Condurre poi il censimento della popolazione sotto la supervisione delle Nazioni Unite e il controllo delle organizzazioni internazionali indipendenti con esperienza in referendum ed elezioni.
Il piano sottolinea inoltre lo svolgimento di un referendum su tutte le questioni di successione tra i libici, preferibilmente sotto la supervisione dell’Onu e degli osservatori internazionali.
Secondo i risultati del referendum si procederà con l’emanazione della Costituzione del paese, che organizzerà la vita pubblica e politica e le relazioni dei cittadini nello stato ed entrerà nella fase di svolgimento delle elezioni generali.
Nello stesso contesto, i leader sociali libici hanno espresso la speranza che l’inviato ONU ascolterà questa proposta e la presenterà durante una conferenza inclusiva che riunirà tutte le parti, sottolineando che questi passi proposti erano il risultato di discussioni tenute dai leader sociali popolari nelle città della Libia, dal Consiglio delle Tribù, dalle associazioni della gioventù della Libia, dalle organizzazioni e associazioni della società civile, dai gruppi di sfollati, da alcune famiglie di martiri dal 2011 al 2017 e movimenti delle donne libiche.
Per espandere il coinvolgimento del più ampio segmento della comunità sono stati anche consultati diversi pensionati e veterani dell’esercito libico, i componenti della vecchia polizia, diplomatici ed esperti libici nella sicurezza strategica libica. Le consultazioni hanno visto partecipi anche blogger, giornalisti, intellettuali, insegnanti, studenti, professori universitari, uomini d’affari ed esperti in vari campi che lavorano all’interno e all’esterno della Libia.