Libia. L’Ue chiede il rilascio dei pescatori italiani detenuti a Bengasi

di Vanessa Tomassini

L’Unione Europea ha chiesto alla Libia di rilasciare i 18 pescatori di Mazara del Vallo, in stato di fermo da più di 100 giorni a Bengasi.
L’appello, inserito nelle conclusioni del Consiglio Ue in corso in questi giorni, si rivolge direttamente alle autorità della Libia orientale affinché “rilascino immediatamente i pescatori italiani trattenuti da settembre senza che sia stata avviata alcuna procedura legale” nei loro confronti.
Le forze del comando generale del Libyan National Army (LNA), guidato dal feldmaresciallo Khalifa Haftar, stanno trattenendo pescatori siciliani in una prigione della città di Bengasi con l’accusa di aver pescato nelle acque territoriali libiche senza autorizzazione.
Nei giorni scorsi le famiglie dei pescatori hanno protestato contro l’inefficacia della diplomazia italiana nel liberare gli ostaggi, chiedendo il ritorno in sicurezza dei loro cari per le festività natalizie.
I parlamentari dell’opposizione, inclusi quelli di Forza Italia, hanno definito l’appello europeo uno step positivo, seppur un po’ in ritardo. Il partito di Silvio Berlusconi ha alzato spesso la voce per la liberazione dei connazionali, manentendo alta l’attenzione sul loro caso.
Anche papa Franceso ha chiesto il rilascio dei marittimi, esprimendo sostegno e vicinanza alle famiglie.
Il documento dell’Ue afferma inoltre che “per quanto riguarda specificamente la Libia, il Consiglio europeo invita tutti gli attori ad agire in confomità ai principi del processo di Berlino. L’Ue ricorda l’offerta di sostenere la guardia costiera libica attraverso la formazione e il monitoraggio, nonché la fornitura di attrezzature e navi, in conformità con il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario”.