Libia. Report Cnn: ‘inesattezze e congiura mediatica’. Aperte le indagini

di Vanessa Tomassini –

Il video della Cnn che documenta il mercato degli schiavi in Libia sarebbe un attacco mediatico. A sostenerlo è la Commissione Nazionale libica per i Diritti Umani (Nchrl) in un comunicato. L’organizzazione avrebbe constatato infatti “dettagli esagerati” ed informazioni errate, soprattutto a destare sospetto è stato il fatto che il video parlasse di aste pubbliche, alla luce del sole nei pressi della Capitale. In realtà, secondo Nchrl, tali aste sarebbero tutt’altro che pubbliche. La commissione ha anche aggiunto che “condanniamo i crimini e le violazioni commessi contro immigrati clandestini e rifugiati in Libia da bande di criminalità organizzata e trafficanti di esseri umani. Abbiamo sempre espresso preoccupazione per il destino di quei migranti che sono ancora detenuti in Libia dopo essere stati restituiti dal mare, attraverso il quale volevano raggiungere l’Europa”. Nchrl ha anche sollecitato il procuratore generale, i ministeri della Giustizia e dell’Interno a indagare su tali crimini avvenuti nei centri di detenzione dei migranti, oltre a consegnare alla giustizia le bande di trafficanti di esseri umani.
Secondo Nchrl, le politiche e la stampa italiana ed europea starebbero esagerando le sofferenze dei migranti in Libia, definendo tali circostanze “preoccupanti”. Secondo la Commissione per i diritti umani, infatti, “il report della Cnn (e simili) è un modo per usare la sofferenza dei migranti, estorcendo le autorità libiche e costringendole a raggiungere gli interessi mirati di alcuni Paesi dell’Unione Europea, che stanno provando a reinsediare gli immigrati illegali in Libia, trasformando il Paese in una destinazione alternativa per coloro che desiderano raggiungere l’Europa”.
Questa teoria non è da escludere, anche se appare soltanto parzialmente corretta. L’attacco infatti ha preso di mira l’Italia e potrebbe essere stato studiato ad hoc da altri Paesi – non per forza europei – infastiditi dalla grande collaborazione tra Roma e Tripoli. Anche le tempistiche del rilascio del video e le accuse da parte dell’Onu non lascerebbero pensare a delle banali coincidenze. Intanto anche l’Unione Africana (Ua), che si prepara al vertice con l’Ue in programma per fine mese, ha invitato le autorità ad indagare sulla vicenda. Il presidente della Guinea e dell’Ua, Alpha Conde, ha chiesto indagini e procedimenti giudiziari su ciò che ha definito “un pessimo commercio dei tempi passati”. Agli appelli ha risposto il vicepremier del Governo di Accordo Nazionale, Ahmed Maitiq che ha annunciato l’apertura di un’inchiesta.