L’incredibile incendio che sta devastando il Canada, con conseguenze ambientali ed economiche

di C.Alessandro Mauceri –

canada incendioContinua inarrestabile l’incendio che da settimane sta devastando i boschi dell’Alberta, in Canada.
Intanto si cominciano a fare i conti dei danni causati dalle fiamme divampate in una regione di sabbie petrolifere soggetta a esalazioni. Per questo motivo, sebbene i pompieri siano riusciti a circoscrivere l’area, non riescono a spegnere l’incendio che, dopo aver bruciato alberi e case, ora si autoalimenta. Testimoni hanno parlato di un fumo denso di cenere dall’aspetto vulcanico, al cui interno si sprigionano fulmini.
Oltre alle decine di migliaia di persone che sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni nella cittadina canadese di Fort McMurray (dove sono state distrutti oltre milleseicento edifici), gli scienziati sono preoccupati per le conseguenze che le fiamme potrebbero avere addirittura sull’ecosistema globale.
Le fiamme infatti hanno creato un’enorme nuvola nera che sta trasportando molto lontano le ceneri. I satelliti della Nasa hanno rilevato presenza di particelle provenienti dall’incendio nel Regno Unito e nella penisola Iberica. Ma prima ancora di raggiungere l’Europa, queste particelle sono finite in molti stato Usa e in Groenlandia.
Il timore maggiore è proprio che queste ceneri, finite sullo strato di ghiaccio della Groenlandia, diminuiscano l’effetto albedo (ovvero il potere riflettente della superficie ghiacciata) e accelerino lo scioglimento dei ghiacci con conseguenze climatiche su tutto il pianeta. La caduta di queste ceneri sui ghiacci della Groenlandia rende maggiore la radiazione incidente e di conseguenza favorisce l’assorbimento. Ciò comporta un aumento della temperatura e un più rapido scioglimento.
Tale effetto, nel caso dell’incendio che sta devastando Fort McMurray, è reso ancora maggiore dalle elevate temperature dell’area e dai forti venti che favoriscono lo spostamento di queste ceneri.
Ma le conseguenze non tarderanno a farsi sentire anche sotto il profilo economico. C’è chi sostiene che una delle ragioni che ha favorito l’aumento del prezzo del greggio nelle ultime settimane sia proprio l’incendio in Canada che avrebbe reso le forniture del paese “singhiozzanti”. E anche la finanza ne sta risentendo: Bank of Canada ha confermato il costo del denaro allo 0,5 per cento. “La crescita economica nel primo trimestre 2016 sembra in linea con le proiezioni della Banca”, ha riportato in una nota, anche se l’andamento dell’economia nel secondo trimestre sarà “molto al di sotto delle stime a causa degli incendi che hanno devastato la provincia dell’Alberta”.
Intanto, sono già cominciate le discussioni sulle origini e sulle cause dell’incendio. Sebbene pare che non vi siano dubbi sulle sue origini naturali, sono in molti a ritenere che le cause siano da attribuire ai cambiamenti climatici. Quest’anno in Canada si sono già verificati oltre 300 incendi forestali, il doppio della media. Secondo Wally Covington, ecologo forestale alla Northen Arizona University: “L’autoregolamentazione di un ecosistema, proprio come la foresta che sta bruciando, si basava in passato su incendi piccoli, o relativamente piccoli, che si sviluppavano spontaneamente in cicli di 2-7 anni”. Nell’ultimo periodo, però, sono stati profondamente alterati questi equilibri, sono aumentate le imprese agricole e sono diminuiti gli interventi di messa in sicurezza del sottobosco. Ciò ha fatto crescere in modo esponenziale, nelle foreste rimaste, la densità degli alberi: il numero di alberi per acro è passato da una media di 50 fino a 700. A ciò si aggiungono temperature medie sempre più alte negli ultimi anni e forti periodi di siccità che causano moria di piante che diventano legno secco facilmente infiammabile.
Le conseguenze di tutto questo sono incendi frequenti e incontrollabili. Come quello che sta devastando Fort McMurray.