Maldive. Vince Muizzu, torna l’era dei rapporti con la Cina

di Alberto Galvi

Lo scorso fine settimana si sono tenute nelle Maldive le elezioni presidenziali, vinte dal candidato dell’opposizione Mohamed Muizzu, il quale si è assicurato il 54 percento dei voti. L’affluenza alle urne è stata dell’85 per cento, leggermente superiore al voto del primo turno tenutosi all’inizio di questo mese.
Muizzu, che sostiene legami più stretti con la Cina, ha sconfitto il presidente in carica Ibrahim Mohamed Solih, ampiamente percepito come filo-indiano. Il voto si è trasformato in un referendum de facto sui legami del paese con India e Cina. Le Maldive si trovano in una posizione strategicamente vitale nel mezzo dell’Oceano Indiano, a cavallo di una delle rotte marittime est-ovest più trafficate del mondo.
L’India ha anche 75 militari di stanza alle Maldive. Durante la sua campagna elettorale Muizzu si è impegnato a rimuovere le truppe straniere dalle Maldive, ma nonostante questo il primo ministro indiano Narendra Modi ha inviato le sue congratulazioni al presidente eletto.
Nuova Delhi ha goduto di stretti legami con Malé sotto la presidenza di Solih, entrato in carica a seguito di una vittoria schiacciante nel 2018 contro il mentore di Muizzu, l’ex presidente Abdulla Yameen. L’India ha investito centinaia di milioni di dollari nel settore del turismo, ma anche progetti infrastrutturali.
Muizzu ha preso di mira lo squilibrio nelle relazioni commerciali tra le Maldive e l’India, in quanto appaiono migliori le condizioni commerciali offerte dalla Cina. Le esportazioni dell’India verso le Maldive sono ammontate a 416 milioni di dollari nel 2021, 49 milioni le importazioni. Nello stesso periodo la Cina ha esportato beni per un valore di 395 milioni di dollari nelle Maldive, mentre le importazioni sono state valutate a 3,9 milioni di dollari.
Muizzu è emerso come un candidato inaspettato alla guida del PPM (Partito Progressista delle Maldive), dopo essere stato ministro dell’Edilizia nell’amministrazione di Yameen. La strada verso il vertice si è aperta per lui dopo che Yameen, anche lui un leader filo-cinese, è stato messo dietro le sbarre con l’accusa di corruzione.
Sotto Yameen le Maldive hanno ottenuto più di 1 miliardo di dollari in prestiti dalla Cina per finanziare enormi progetti infrastrutturali, tra cui alloggi per i residenti di Malé in una situazione di scarsità di territorio, e un ponte che collega la congestionata capitale ai vicini sobborghi e alle isole aeroportuali.