Malesia. La Camera bassa ha abolito la pena di morte per alcuni reati

di Alberto Galvi

La Camera bassa del Parlamento malese ha approvato un disegno di legge per abolire la pena di morte per alcuni reati. La riforma dovrà ora essere approvata alla Camera alta, se passa sarà inviata al re per essere firmata e divenire legge.
La Malesia ha una moratoria sulle esecuzioni dal 2018, ma i tribunali hanno continuato a mandare i detenuti nel braccio della morte. L’anno scorso il governo ha anche proposto di abolire le condanne a morte previste come obbligatorie per determinati reati, ma la mossa è stata annacquata dopo lo scioglimento del Parlamento per le elezioni generali.
I tribunali non avevano altra scelta che imporre l’impiccagione come punizione per una serie di crimini tra cui omicidio, traffico di droga, tradimento, rapimento e atti di terrorismo. La pena capitale verrebbe rimossa a 34 reati gravi che non causano la morte, come il rapimento, lo sparo senza vittime e il traffico di armi da fuoco, portando a possibili rinvii per più di 1.300 prigionieri oggi nel braccio della morte. Gli stranieri rappresentano più di 500 dei detenuti nel braccio della morte.
In base agli emendamenti approvati alla Camera bassa, le alternative alla pena di morte includerebbero la fustigazione e la reclusione da 30 a 40 anni a condizioni di carcere duro. La Malesia potrebbe così altri governi dell’ASEAN a ripensare l’uso continuato della pena di morte.
Una volta che il disegno di legge entrerà in vigore, i detenuti avranno 90 giorni per presentare una revisione delle loro sentenze, ma non delle loro condanne. Queste riforme sono un significativo passo avanti per il sistema di giustizia penale malese: molte persone sono nel braccio della morte, e alcune di loro hanno esaurito tutte le vie di ricorso.