Mali. Il governo ad interim di Goita ha annunciato il rinvio del referendum costituzionale

di Alberto Galvi

Il governo ad interim del Mali ha annunciato il rinvio di un referendum costituzionale previsto per il 19 marzo, un passo fondamentale nel percorso verso le elezioni volte a ripristinare la democrazia dopo la presa di potere dei miliari nel 2020.
Con il rinvio i militari mancheranno la prima scadenza su un calendario stabilito per riportare il Mali al governo civile. Il Mali è alle prese con una crisi di sicurezza che dura da 11 anni, innescata da una rivolta regionale nel nord che si è trasformata in una vera e propria ribellione. Il governo militare ha portato alla rottura con la Francia, tradizionale alleato del paese, e a legami più stretti con la Russia.
Il rinvio era previsto da tempo perché non erano stati presi accordi per il voto e la bozza di costituzione è stata consegnata al presidente ad interim Assimi Goita solo il 27 febbraio. Il primo ministro Maiga ha affermato che il rinvio è necessario per consentire l’insediamento di funzionari nell’organo elettorale indipendente in tutte le regioni del paese prima di tenere il voto, e per rendere popolare la bozza della costituzione.
La proposta prevede un’amnistia per coloro che hanno effettuato i colpi di Stato del 2020 e nel 2021.
La nuova data del referendum sarà fissata dopo aver consultato l’autorità indipendente di gestione delle elezioni e tutte le parti interessate nel processo elettorale. La nuova costituzione è un elemento chiave di un vasto progetto di riforma che i militari hanno lanciato per giustificare la permanenza al governo fino al 2024.
A luglio l’ECOWAS (Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale) ha revocato una serie di sanzioni commerciali e finanziarie contro il Mali, dopo che il governo militare si era impegnato a un passaggio di consegne nel marzo 2024. La pressione dell’ECOWAS per non far candidare i membri del governo militare alle elezioni non è riuscita a dissipare le speculazioni sulle intenzioni di Goïia di candidarsi nel 2024. Le sanzioni sono state imposte nel gennaio 2022, quando il governo militare stava valutando la possibilità di restare al potere fino a cinque anni.
Il progetto di costituzione maliana prevede una repubblica indipendente, sovrana, unitaria, indivisibile, democratica, laica e sociale. Gli imam in Mali hanno contestato il principio della laicità e hanno invitato i musulmani a opporsi. Il progetto di costituzione rafforza notevolmente il potere del presidente: determina la politica della nazione e potrebbe sciogliere l’Assemblea nazionale; nomina inoltre il primo ministro e i ministri, e ha il diritto di licenziarli.