Marocco. Bourita, ‘Non accettiamo i tentativi di Madrid di nascondere la verità sulla sua crisi in corso’

di Belkassem Yassine

“La Spagna ha cercato nei giorni scorsi di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica e si è impegnata in manovre volte ad oscurare la vera origine della crisi marocchino-spagnola. Se c’è una crisi in corso tra Marocco e Spagna è perché Madrid ha ritenuto di tramare con i nemici del Regno e di accogliere sul suo territorio qualcuno che fa quotidianamente la guerra contro Marocco”. E’ quanto ha affermato in seguito alla crisi dei migranti di Ceuta e più in generale agli attriti in corso fra Spagna e Marocco il ministro degli Esteri di Rabat Nasser Bourita, il quale ha fatto notare che l’inizio della crisi risale al 17 aprile e da allora la Spagna ha preferito guardare altrove rispetto alla questione della presenza sul proprio territorio di un individuo accusato di crimini di guerra e di diversi reati tra cui stupro, omicidio e tortura, oltre a gravi violazioni dei diritti umani. La Spagna ha infatti dato ospitalità al leader del Polisario nonché presidente dell’autoproclamata Rasd (Repubblica Saharawi) Brahim Ghali, il quale è stato portato in un ospedale spagnolo con falsa identità al fine di essere curato dall’infezione di Covid-19. “Tutte le manovre spagnole per distogliere l’attenzione dalle vere origini di questa crisi non ingannano nessuno, in ogni caso, non ingannano e non impressionano il Marocco”, ha ribadito il ministro.
Bourita ha precisato che in questo contesto le autorità spagnole “devono prima essere trasparenti con la propria opinione pubblica”. “Madrid – ha aggiunto – deve anche spiegare agli europei come si può ospitare sul territorio europeo qualcuno che è perseguito per crimini di guerra, crimini contro l’umanità, stupri e violazioni dei diritti dell’uomo. E di spiegare come una donna sessualmente stuprata che chiede il suo diritto nella giustizia, deve aspettare che i due ministri degli Affari esteri, quelli spagnolo e algerino, si coordinino, sottolineando che non è attraverso reportage, insulti e bombardamenti mediatici che questa realtà verrà oscurata”. “Il Marocco continuerà a chiedere chiarimenti e continuerà a considerare che questa è la radice della crisi”, ha insistito. La logica iberica delle “condizioni umanitarie non inganna più nessuno. L’attività umanitaria non si fa di nascosto”, e la Spagna deve riconoscere e accettare “i suoi gravi atteggiamenti” e evitare “doppi discorsi”: “Il Marocco non ricatta, il Marocco è chiaro sulle proprie posizioni, le proprie azioni e il proprio atteggiamento”. 
Nella stessa dichiarazione il ministro marocchino ha condannato “l’ostilità mediatica senza precedenti” lanciata in Spagna contro il Marocco. “Stiamo assistendo a una strumentalizzazione e mobilitazione di tutti i media con termini scioccanti e inaccettabili a volte provenienti da alti responsabili”, ha osservato. I termini usati in questa campagna come “ricatto”, “aggressione” o anche “paese sottosviluppato”, evidenziando che “alcuni circoli spagnoli devono aggiornare le loro conoscenze sul Marocco. Il Marocco di oggi non è il Marocco di ieri. Il Marocco non ha complessi ed è orgoglioso delle sue conquiste, il Marocco è un paese emergente e la Spagna lo sa”. “Alcuni in Spagna – ha proseguito il ministro – non possono ammettere che il Regno del Marocco abbia preservato la sua stabilità e abbia assicurato il suo progresso economico e lo sviluppo sociale attraverso le riforme realizzate sotto la guida di re Mohammed VI”, “È ora di chiarire tutto questo e che la Spagna definisca cosa vuole da questo partenariato”. “Il buon vicinato e il partenariato non sono slogan, devono essere concreti. Purtroppo ciò che il Marocco ha ricevuto dal 17 aprile non è una prova di buon vicinato o di partenariato. Il Marocco di oggi non accetta più questo tipo di duplice linguaggio”, ha insistito.
Quale ritorsione il Marocco ha dato asilo al leader catalano Charles Puigdemont.