Marocco. Discorso di Mohammed VI alla festa del trono: l’identità come valore centrale

di Belkassem Yassine

Mohammed vi grandeRABAT – La lotta alla precarietà e alla marginalizzazione, i servizi ai marocchini residenti all’estero, le riforme dell’istruzione, la diplomazia, l’identità marocchina, la cooperazione internazionale e l’integrità territoriale sono i temi toccati nel discorso di re Mohammed VI del Marocco nel 16mo anniversario della sua intronizzazione.
“Tutto ciò che vivete m’interessa: ciò che vi tocca mi appassiona altrettanto, ciò che vi dà felicità mi rallegra allo stesso modo, ciò che vi angoscia figura sempre in testa delle mie preoccupazioni”, ha detto il sovrano. In merito alla precarietà di cui soffrono certe regioni del Marocco, il sovrano ha invitato il governo a stabilire un piano d’azione integrato per finanziare progetti d’infrastrutture nei comuni e nelle zone isolate. In questa direzione il re ha rivelato uno studio nazionale compilato dal ministro dell’Interno per far fronte ai bisogni di ogni douar (località) e di ogni regione, nei settori dell’istruzione, della salute, dell’acqua, dell’elettricità e delle strade rurali.
Il sovrano ha lanciato un appello per una riforma dell’istruzione nell’ambito di un contratto nazionale lontano da “ogni egoismo e da ogni calcolo politico che ipotecherebbe l’avvenire delle generazioni crescenti, con il fine di proteggere l’identità”, pur sottolineando che l’apertura alle lingue e alle altre culture non inttacca l’identità nazionale. “Al contrario, tale apertura contribuirà ad arricchirla”. Il re ha spiegato che “l’identità marocchina è, grazie a Dio, millenaria e ben radicata e si distingue con la diversità dei suoi componenti che si estendono dall’Europa fino alle profondità d’Africa”. Ha quindi rimarcato che la Costituzione marocchina invita all’apprendimento e alla perfezione delle lingue straniere.
Sulle disfunzioni nei servizi prestati ai Marocchini Residenti all’Estero (MRE) nei consolati del Regno, il re ha detto che “chiamiamo l’attenzione del ministro degli Affari Esteri sulla necessità di adoperarsi con tutta fermezza per mettere fine alla disfunzione e altri problemi che interessano certi consolati”.
La rappresentatività dei MRE in seno alle istanze nazionali non è stata dimenticata. “Per incentivare la partecipazione dei marocchini residenti all’estero alla vita politica, facciamo appello all’elaborazione delle disposizioni della Costituzione relative all’integrazione di loro rappresentanti nelle istituzioni consultative e le istanze di governo e di democrazia partecipativa”.
Sul tema della diplomazia il discorso del re ha ricordato l’approccio diplomatico strategico seguito dal Marocco che mira a consolidare una cooperazione sud-sud efficiente, in particolare con i paesi africani. A questo riguardo Mohammed VI ha precisato che le sue “visite effettuate in numerosi paesi del continente hanno permesso di sviluppare un modello di cooperazione economica reciprocamente vantaggiosa, e di migliorare le condizioni di vita del cittadino africano”. Il re ha peraltro sottolineato che “la credibilità dell’azione diplomatica marocchina è illustrata attraverso le relazioni di partenariato che uniscono il Marocco ad un insieme di raggruppamenti e di paesi amici”.
“Il Marocco non permetterà mai che la sua sovranità e la sua integrità territoriale siano toccate, come non tollererà mai attacchi alle sue istituzioni o alla dignità dei suoi cittadini. È punto fermo che il Marocco, come partner responsabile e fedele ai suoi impegni internazionali, non risparmierà alcun sforzo per difendere i suoi interessi inscindibili”, ha detto il sovrano.
Re Mohammed VI ha rilevato che gli sviluppi avvenuti nella questione del Sahara “hanno dimostrato la giustezza della nostra posizione a livello Onu e la sincerità dei nostri orientamenti a livello nazionale”. Cosi “sarà avviata la regionalizzazione avanzata e il modello di sviluppo delle province meridionali del Regno”.
“Se la politica interna del nostro paese ha per vocazione essenziale quella di servire il cittadino, la politica estera è volta al servizio degli interessi superiori della nazione”, ha proseguito il Sovrano aggiungendo che “Siamo impegnati a rivedere la strategia e gli orientamenti dell’azione diplomatica nazionale, rimanendo attaccati ai principi che sono alla base delle relazioni estere del Marocco, ovvero rigore, solidarietà e credibilità”.
“Quest’orientamento – ha precisato il sovrano – è frutto dell’evoluzione e e della maturazione del modello marocchino ed è utile ad accompagnare le mutazioni regionali e internazionali”.
Infine il re ha valutato la necessità di preservare l’autenticità dell’identità marocchina: “Non vi è niente di meglio per concludere il discorso che ti rivolgo, caro popolo, che di ricordarti la necessità di preservare l’eredità preziosa che i nostri antenati ci hanno consegnato, ovvero quell’identità marocchina autentica che in molto ci invidiano”. “Non vi è infatti nessuna ragione – ha continuato – perchè i marocchini rinuncino alle loro tradizioni ed ai loro valori di civiltà contrassegnati dal sigillo della tolleranza e della moderazione o perchè subentrino dottrine straniere all’educazione ed alla morale”.
“Dunque, non sia permesso a nessuno venuto da fuori di dare a te, popolo, lezioni sulla tua religione, non accettare l’incitamento di nessuno a seguire un rito o una dottrina originaria dall’est o dall’ovest, dal nord o dal sud, e ciò indipendentemente dal mio rispetto per tutte le religioni celesti e le dottrine che ad esse collegate”, ha concluso il sovrano.