Mozambico. Elezioni presidenziali

di Valentino De Bernardis –

nyusi felipeIl Mozambico è il nono stato africano ad aver affrontato le elezioni generali nel 2014. Nell’election day del 15 ottobre circa 11 milioni di elettori, sono stati chiamati alle urne per prendere parte al rinnovo delle cariche istituzionali della presidenza della repubblica, parlamento e governi delle province. A rendere possibile l’appuntamento elettorale di ottobre è stato l’accordo per il cessate il fuoco firmato il 5 settembre tra il Presidente della Repubblica Armando Guebuza (Frente de Libertaçao de Moçambique – Frelimo) e il leader del maggior partito d’opposizione Afonso Dhlakama (Resistência Nacional Moçambicana – Renamo), che da oltre un anno aveva ripreso la via della clandestinità e della lotta armata.
Lo scontro elettorale con maggiore interesse ha riguardato la presidenza della repubblica, con gli occhi degli osservatori internazionali puntati sui tre maggiori candidati.

Filipe Nyusi: Esponente del Frelimo, Ministro della Difesa in carica, la sua candidatura è stata ratificata nel Marzo del 2014 con la vittoria delle primarie del partito, ottenendo il 68% delle preferenze, contro l’ex primo ministro Luisa Diogo. L’ampio margine della vittoria, più che dalle doti carismatiche di Nyusi è da rintracciare nella sua vicinanza al presidente Guebuza, del quale la Diogo rappresenta l’opposizione interna.

Afonso Dhlakama: Leader storico della Renamo, l’ex guerrigliero ha preso parte a tutte le competizioni elettorali dal 1992 ad oggi. La popolarità di Dhlakama è stato uno dei punti salienti della campagna elettorale della Renamo, contro un Nyusi poco noto in molte parti della nazione, la cui candidatura è sembrata essere calata dall’alto.

Daviz Simango: Dal 2003 sindaco di Beira (seconda città del Mozambico), è stato espulso dalla Renamo nel 2008, per divergenze mai rese note. Nel 2009 assieme ad alcuni fuoriusciti di altri partiti politici ha fondato il Movimento Democrático de Moçambique (MDM), con il quale Simango ha vinto un secondo mandato come sindaco di Beira e ottenuto un rilevante 8,59% (340.579 voti), alle elezioni presidenziali dello stesso anno.
Oltre alla decisione della Renamo di rientrare dentro l’alveo istituzionale dell’opposizione politica, l’interesse delle elezioni è centrato sulle questioni interne al Frelimo. Il partito di governo, impossibilitato a ricandidare Guebuza per aver raggiunto il limite di mandati consecutivi, ha dovuto trovare al suo interno una figura capace di traghettare il partito in questo periodo di transizione senza farne perdere l’identità e ottenere un buon risultato elettorale.
Con un’affluenza annunciata attorno al 50% (nel 2009 si era arrivati al 44%), i primi risultati ufficiali non raccontano sorprese eclatanti. Con 5.720 stazioni scrutinate su 17.010 (il 33,63% del totale) Nyusi, in linea con le proiezioni degli ultimi giorni degli osservatori stranieri, appare in forte vantaggio, e il divario dagli altri candidati incolmabile. Per la precisione:

Filipe Nyusi (Frelimo) – 1.051.921 (61,67%)
Afonso Dhlakama (Renamo) – 526.984 (30,89%)
Daviz Simango (MDM) – 126.877 (7,44%)

Data per certa la vittoria di Nyusi (i risultati ufficiali sono attesi tra dieci giorni), sebbene in proporzione minore rispetto al 75% raggiunto da Guebuza nel 2005, le questioni più importanti saranno legate alla linea di condotta post-elettorale del Frelimo. Quando sarà resa nota la nuova squadra di governo, si avrà un’idea più chiara dell’indirizzo che Nyusi vorrà dare alla sua presidenza. In particolare riferimento con le richieste di maggiore collegialità proveniente dalla minoranza del partito e di quelle di maggior coinvolgimento proveniente dai giovani del Frelimo, organizzati nell’Organização da Juventude Moçambicana (OJM).
Per quanto riguarda i partiti usciti sconfitti dalle elezioni, sebbene entrambi abbiano da subito puntato il dito contro irregolarità e brogli, le dichiarazioni ufficiali di Dhlakama e Simango non lasciano credere che vi sarà un ricorso a violente manifestazioni di piazza o peggio ancora ad un acre ritorno alla lotta armata.

Nella foto: Filipe Nyusi