Netanyahu a Bruxelles, ‘Gerusalemme capitale è la via per la pace’. Mogherini, ‘due stati e un’unica capitale’

di Enrico Oliari

E’ un dialogo fra sordi quello che si è svolto questa mattina in una Bruxelles innevata tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e i ministri degli Esteri dell’Ue. Netanyahu ha insistito su quanto detto ieri a Emmanuel Macron a Parigi, è cioè che “riconoscere Gerusalemme capitale è riconoscere la verità”, ed affermarlo significa compiere “un passo verso la pace, non mettervi un ostacolo”. D’altro canto, ha insistito, “Gerusalemme è capitale di Israele da settant’anni, ed è stata capitale degli ebrei per tre mila anni, fin dai tempi di re Davide”. “Ed è proprio per raggiungere la pace che io sono convinto del fatto che, anche se ancora non è stato steso nessun accordo, i vari paesi europei sposteranno col tempo le loro ambasciate da Tel Aviv a Gerusalemme”, come ha annunciato nei giorni scorsi il presidente Usa Donald Trump. “Sposteranno le loro ambasciate – ha insistito il premier israeliano – riconoscendo così Gerusalemme capitale di Israele, e si impegneranno con decisione insieme a noi, per la sicurezza, la pace e la prosperità. Queste sono tre aree in cui Unione Europea ed Israele sono partner, e la nostra intelligence ha permesso di scongiurare decine di attacchi terroristici, molti di questi su territorio europeo”. “Un impegno che continueremo a portare avanti”, ha sottolineato Netanyahu per evitare di essere frainteso e che la sua apparisse come una minaccia.
In conferenza stampa congiunta la Pesc Federica Mogherini ha esordito esprimendo “condanna per gli attentati terroristici contro gli ebrei in Europa e nel mondo”, ed ha chiesto “la fine delle tensioni e delle violenze in tutti i luoghi e in tutta la regione al fine di scongiurarne l’escalation”.
Mogherini ha riportato la posizione degli altri ministri degli Esteri e quindi dell’Unione Europea: “l’unica soluzione realistica al conflitto israelo-palestinese è fondata sui due Stati, con Gerusalemme capitale di entrambi”. L’Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue ha parlato di “occasione storica”, ed ha fatto notare che erano “22 anni che un primo ministro israeliano non visitava l’Ue”, un periodo “troppo lungo per amici e partner quali siamo”. “ siccome “siamo amici e partner – ha insistito Mogherini – vogliamo discutere nell’interesse reciproco, e crediamo che sia nell’interesse di Israele, specialmente per quanto riguarda la sicurezza, trovare una soluzione sostenibile e onnicomprensiva al conflitto israelo-palestinese. Per questo motivo l’Unione Europea implementerà il suo lavoro, insieme agli amici e ai partner internazionali, ma anche con gli amici e i partner nella regione, a partire da Egitto e Giordania, e ovviamente con le parti, per rilanciare il processo di pace”.
Netanyahu tuttavia non ha risposto all’idea dell’Ue di due stati ed un’unica capitale, tirando dritto nella sua dialettica “di pace” e nella sua impostazione di premier degli ebrei e non degli israeliani.
L’Unione Europea negli ultimi anni ha espresso in più occasioni protesta per la costruzione di migliaia di unità abitative nei territori occupati e a Gerusalemme Est, cosa che non favorisce il raggiungimento di un accordo di pace. Alcuni paesi hanno anche sospeso le attività finanziare con banche israeliane coinvolte nel supporto a progetti legati all’espansione delle colonie.
138 paesi al mondo riconoscono la Palestina come Stato tra cui i membri Ue Repubblica Ceca, Bulgaria, Slovacchia, Ungheria, Malta, Polonia, Cipro, Romania e Svezia.
Fin dagli anni Novanta tra Israele e l’unione Europea è in corso un accordo associazione per lo scambio delle merci e la circolazione dei capitali, e l’Ue è chiamata ad intervenire nel processo di pace.
L’Unione Europea è il primo partner commerciale di Israele, da cui importa beni per 21,1 miliardi di dollari ed verso cui esporta prodotti per 13,2 miliardi di dollari; si tratta perlopiù di agroalimentare, macchinari, mezzi di trasporto e prodotti chimici.