Nicaragua. Agli arresti domiciliari Cristiana Chamorro, aspirante candidata presidenziale

di Alberto Galvi –

Un’aspirante candidata dell’opposizione nicaraguense alla presidenza, la giornalista Cristiana Chamorro, è stata posta agli arresti domiciliari con accuse di riciclaggio; la sua casa è stata perquisita dalla polizia.
Cristiana Chamorro è considerata una possibile sfidante di Daniel Ortega alle elezioni generali di novembre per le quali il presidente non ha ancora confermato la sua candidatura per un quarto mandato.
La giornalista proviene da una delle famiglie più influenti del Nicaragua. Suo padre, l’editore Pedro Joaquín Chamorro, fu assassinato nel 1978 come oppositore della famiglia Somoza che governò il paese per molti anni. Sua madre Violeta Chamorro ha vinto le elezioni del 1990, mettendo fine ai primi 11 anni di presidenza di Daniel Ortega e diventando la prima presidente donna dell’America Latina.
La polizia ha fatto irruzione nella casa della Chamorro nella capitale Managua, e poi ha costretto la donna agli arresti domiciliari.
La stampa ha riferito che la polizia ha tenuto con la forza lontano dalla scena gli amici e i familiari della donna, così come i giornalisti. Poco prima che la polizia entrasse nella casa, il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva denunciato le mosse del governo Ortega contro la oppositrice politica nicaraguense.
I pubblici ministeri hanno accusato Cristiana Chamorro di una serie di reati e chiesto la sua interdizione dai pubblici uffici, dal momento che sta affrontando un procedimento penale a suo carico. Un tribunale di Managua aveva in precedenza ordinato la sua detenzione con diverse accuse che vanno dal riciclaggio di denaro al falso ideologico.
Gli esperti legali hanno denunciato la procedura come illegale, dato che il consiglio elettorale non si è pronunciato sulla ammissibilità. Stando alle accuse la la Chamorro, che era a capo di una fondazione per la libertà di stampa da cui si è dimessa in febbraio, avrebbe barato sui bilanci della fondazione. L’inchiesta è stata aperta in maggio su richiesta del governo, ma la donna ha respinto l’ogni addebito affermando che si tratta di una mossa per metterla fuori gioco e non candidarsi contro Ortega. In una dichiarazione congiunta i partiti di opposizione hanno accusato Daniel Ortega di compiere rappresaglie contro i candidati dell’opposizione perché teme elezioni libere e trasparenti.
Nella Commissione elettorale che sovrintenderà alle elezioni di novembre c’è una maggioranza di membri allineati al partito di governo che ha già provveduto a cancellare due partiti di opposizione.
A dicembre è stata approvata una legge che ha sostanzialmente lo scopo di impedire ai politici dell’opposizione di presentarsi alle elezioni.
Ortega, ex ribelle sandinista che ha governato dal 1979 al 1990 con il partito FSLN (Frente sandinista de liberación nacional), è tornato al potere nel 2007 e ha vinto le due successive rielezioni.
Dal 2018 la grave crisi politica è sfociata in enormi proteste contro le politiche del governo, mentre Ortega ha accusato Washington di un fallito tentativo di colpo di Stato. Secondo l’IACHR (Inter-American Court of Human Rights Project) le manifestazioni hanno provocato 328 morti e l’esilio di migliaia di dissidenti.