Nuova Zelanda. Il governo dispiegherà circa 500 militari per fermare la diffusione del Covid-19

di Alberto Galvi

Il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern ha annunciato che il governo dispiegherà circa 500 soldati della NZDF (New Zeland Defence Force) nelle strutture per la quarantena e nelle aree di confine per aiutare a fermare la diffusione del Covid-19 nella nazione da parte di coloro che potrebbero esserne infettati.
Una dichiarazione del governo afferma che i 500 soldati porteranno il numero totale dei militari che supportano la risposta del Covid-19 a 1.200. L’esercito sarà anche schierato per monitorare i confini marittimi della Nuova Zelanda e nei porti, mentre continuano le migliaia di test al personale che lavora nei porti di Auckland e di Tauranga.
Inoltre la scorsa settimana il governo neozelandese ha imposto una quarantena di livello di allerta 3 ad Auckland, che ha spinto al lockdown gli 1,7 milioni di residenti della città fino al 26 agosto, mentre le regole di distanziamento sociale sono in atto in altre città.
Questo è il più grosso dispiegamento di truppe che la Nuova Zelanda ha schierato da quando il Paese ha inviato truppe a Timor Est in una missione di mantenimento della pace nei primi anni del terzo millennio.
I 500 membri della NZDF schierati nelle strutture di isolamento del governo non avranno più poteri delle guardie di sicurezza private che sostituiranno, in questo modo i rimpatriati saranno più propensi a rispettare un membro dell’esercito rispetto a una guardia di sicurezza privata.
Su queste misure dure critiche sono arrivate dai partiti di opposizione come il partito nazionale di Judith Collins e dagli epidemiologi. Il governo ha affermato che la sicurezza alle frontiere è stata rafforzata perché le origini dell’epidemia sono rimaste sconosciute.
Inoltre l’Alta Corte ha stabilito che disposizioni prese dl governo durante la prima rigorosa quarantena erano illegali in quanto hanno avuto l’effetto di limitare alcuni diritti e libertà affermati dal New Zealand Bill of Rights Act del 1990, inclusi, in particolare, i diritti alla libertà di movimento, riunione pacifica e associazione, sebbene giustificate dalle circostanze.
In Nuova Zelanda da quando hanno iniziato a funzionare quattro mesi fa le 32 strutture di isolamento gestite per la quarantena più di 40mila persone hanno trascorso lì le loro due settimane di isolamento.
Per il governo di Jacinda Ardern il nuovo aumento di contagi rappresenta una sconfitta, in quanto la Nuova Zelanda si vantava di essere uno dei primi Paesi al mondo ad aver eliminato il Covid-19 e di essere tornata alla normalità prima dell’emergenza pandemica, revocando tutte le restrizioni sociali ed economiche tranne i controlli alle frontiere.