Onu. Amendola interviene alla rete dei ministri a favore della Cpi

Farnesina

“Lo sviluppo del diritto penale internazionale è tra le principali conquiste della comunità mondiale. Ma sarebbe rimasto incompleto senza l’istituzione della Corte Penale Internazionale, testimonianza istituzionale dell’impegno collettivo a difesa della dignità umana”. Questo l’incipit dell’intervento del sottosegretario agli Affari Esteri, Vincenzo Amendola, alla riunione della rete informale dei ministri a favore della Corte Penale Internazionale.
“La responsabilità dell’azione penale nei confronti di chi commette crimini contro l’umanità ricade sull’intera comunità internazionale, e oggi più che mai è necessario l’impegno di tutti per consentire alla Corte di svolgere con efficacia il suo mandato. Ogni affievolimento della nostra determinazione a sostenere la Corte può infatti aprire la strada a tremende atrocità su vasta scala: e noi non possiamo correre questo rischio”.
“La condanna di al-Faqi al-Mahdi, responsabile della distruzione di siti storici ed archeologici a Timbuctu, è una pietra miliare nella giurisprudenza della Corte Penale Internazionale: essa opportunamente ne amplia l’attività anche alla difesa del patrimonio culturale mondiale”, ha aggiunto Amendola.
“L’applicazione del diritto è il principale antidoto alla tirannia e la più efficace garanzia delle nostre libertà e dei diritti umani. Per sconfiggere l’impunità dei crimini internazionali c’è bisogno del concorso degli Stati, ma anche della determinazione di ogni cittadino. Solo con questo spirito si potrà finalmente dire “mai più” a violazioni dei diritti umani su larga scala. E l’Italia, orgogliosa di aver ospitato la conferenza che ha istituito la Corte Penale Internazionale, continuerà ad assumersi le proprie responsabilità”, ha concluso il sottosegretario.