Onu. Coronavirus: gli Usa contrari al blocco dei conflitti e delle sanzioni

di Alberto Galvi

L’idea di sospendere i conflitti nel mondo per dare ad ogni paese la possibilità di far fronte all’epidemia da coronavirus non è andata giù agli Stati Uniti, che al Consiglio di sicurezza Onu hanno posto il veto sull’ultima versione del testo, in corso di negoziazione da marzo, che chiedeva appunto di porre fine alle ostilità nelle zone di conflitto per dare la possibilità ai governi locali di dedicare le proprie energie all’emergenza sanitaria.
Il Consiglio di sicurezza è composto di 15 membri di cui 5 permanenti, nella fattispecie Cina, Regno Unito, Russia, Francia, e Stati Uniti. Gli altri 10 paesi membri sono eletti ogni 2 anni (5 all’anno) dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ma senza diritto di veto. Essi sono per il biennio 2019 – 2020 Belgio, Germania, Indonesia, Repubblica Domenicana e Indonesia, mentre per il biennio 2020 – 2021 Niger, Tunisia, Saint Vincent e Grenadine, Vietnam e Estonia.
In queste occasioni il Consiglio di sicurezza richiede sulle questioni non procedurali il voto positivo di 9 membri anche se basta il voto contrario di uno dei 5 paesi permanenti perché una risoluzione venga bloccata.
Il mese scorso il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che avrebbe sospeso i finanziamenti al WHO (World Health Organization), criticandola fortemente per la sua cattiva gestione della pandemia a livello globale. Ricordiamo che gli Stati Uniti sono il paese al mondo che maggiormente finanzia l’agenzia con i suoi 400 milioni di dollari annui.
Il presidente Trump ha affermato che l’WHO ha agito troppo tardi e ha sostenuto la Cina, che inizialmente ha minimizzato la malattia che proprio da una sua città ha avuto origine.
La gestione della crisi da COVID-19 ha causato attriti tra Cina e Stati Uniti, mentre la propaganda di Pechino ha tentato di incolpare del virus gli Stati Uniti, creando ulteriori tensioni diplomatiche tra i 2 paesi.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres da più di un mese sta insistendo per un cessate-il-fuoco globale tra tutte le parti in conflitto.
Guterres ha proposto anche di deporre le armi e consentire alle nazioni dilaniate dalla guerra di combattere il COVID-19. Secondo i dati della Johns Hopkins University più di 270mila persone in tutto il mondo sono morte a causa della pandemia, di cui ben 75.500 sono morte negli Stati Uniti.
Inoltre all’interno delle Nazioni Unite continuano tra i paesi membri le discussioni sull’efficacia, sulla legalità e sulla legittimità delle sanzioni attualmente in atto in alcuni paesi.
Il tema delle sanzioni è diventato centrale nel dibattito internazionale, in quanto l’Iran, che le sta subendo dal 2018, è uno dei paesi più colpiti dal coronavirus.
L’obiettivo statunitense era convincere l’Iran a rinegoziare l’accordo nucleare, ma finora si è rifiutato di farlo. Però adesso con le sanzioni ancora in corso l’Iran deve affrontare una serie di problemi a livello internazionale nell’acquisto di forniture mediche.
In questi mesi gli Stati Uniti hanno ignorato le ripetute richieste da parte delle Nazioni Unite a rinunciare alle sanzioni nei confronti dei paesi inseriti nella loro black list come Cuba, Corea del Nord, Siria e Iran, per permettere ai loro governi di rispondere efficacemente alla crisi e salvare delle vite umane.