Paesi Bassi. Il partito Denk e la sua particolare rilevanza

di Armando Donninelli –

Denk è una forza politica dei Paesi Bassi, la cui denominazione completa è Politieke Beweging Denk, fondata alla fine del 2014 da due parlamentari fino ad allora membri del Partito Laburista, vale a dire Tunahan Kuzu e Selcuk Ozturk, entrambi di origine turca. All’origine di tale scissione vi era un dissidio sul ruolo dell’Islam nella società che, a differenza del Partito Laburista, i fondatori del nuovo movimento volevano più rilevante.
I due fondatori fin dall’inizio hanno trovato supporto nella comunità turca che, ha differenza di altre comunità, ha una solida struttura organizzativa supportata dalla madre patria.
All’inizio del 2015 è reso pubblico il manifesto del neonato partito, incentrato in particolare su tolleranza e multiculturalismo e, già da allora, focalizzato sugli interessi degli elettori di origine straniera, in particolare musulmani.
Alle prime elezioni cui Denk partecipa, vale a dire le legislative del 2017, ottiene oltre 200.000 voti, circa il 2% dei voti complessivi e tre propri parlamentari eletti. L’aspetto interessante è rilevare ove sono stati ottenuti tali voti, cioè che nelle maggiori città del paese, qui il partito ha ottenuto percentuali attorno all’8%, con punte anche del 20% nei quartieri dove si concentra il maggior numero di elettori di origine straniera, di prima, seconda o anche terza generazione. La sua roccaforte elettorale è Rotterdam ove è residente la maggiore comunità turco olandese del Paese, circa 50.000 persone.
Anche se l’ingresso di Denk nel Parlamento dei Paesi Bassi è stato reso possibile dallo soglia di sbarramento molto bassa prevista dalla legge elettorale, circa lo 0,7%, ciò non toglie che il risultato sia stato buono, specie in quei contesti appena citati.
Studi effettuati sui voti conseguiti da Denk in queste sue prime elezioni dimostrano che circa la metà dei turco olandesi e approssimativamente il 35% dei marocchini olandesi hanno votato per tale forza politica. Nel precedenti elezioni legislative del 2012 il partito maggiormente votato dai futuri elettori di Denk era stato il Partito Laburista, da cui non a caso provengono i suoi fondatori, con circa il 20%.
Per spiegare questo successo elettorale va ricordato che la potente Direzione degli Affari Religiosi, Diyanet, un organismo che dipende dal governo turco e responsabile di gestire le questioni religiose, ha consentito la propaganda di Denk nelle moschee olandesi che finanzia e che, sostanzialmente, controlla.
Va anche detto che da almeno venti anni vi sono importanti politici olandesi che hanno impostato la loro attività politica principalmente su una forte ostilità nei confronti dell’Islam. Molti elettori di fede islamica hanno visto in Denk una forza politica che condivideva i propri valori e che, in definitiva, li avrebbe tutelati, sia sul piano dei valori religiosi come in ambito lavorativo. Da studi effettuati emerge difatti che molti elettori di Denk si sentono discriminati in ambito lavorativo.
Nella sua prima legislatura Denk si è impegnato in particolare attorno ai temi dell’immigrazione in generale, a prescindere dalla fede, e sulla possibilità di diffondere l’insegnamento religioso nelle scuole, in particolare quello islamico per chi ne facesse richiesta.
L’attivismo della forza politica era certamente crescente e ciò suscitò degli allarmi in molte persone che, in conformità a dati concreti, ricollegavano la politica di Denk a quella filo islamica del leader turco Erdogan. In sostanza vi era il timore che Erdogan volesse influenzare la vita politica interna dei Paesi Bassi appoggiandosi alla numerosa comunità turca che vi risiede. Tali dubbi nel tempo sono tutt’altro che scomparsi.
Il fatto che Denk abbia stretti legami con la Turchia viene anche dimostrato dall’appartenenza di molti suoi membri a Milli Gorus. Quest’ultimo è un movimento politico religioso turco di matrice islamica che, tra i suoi punti programmatici, ha la contrapposizione ai valori occidentali e che in Europa ha circa 500.000 aderenti, concentrati in particolare tra gli immigrati turchi e i loro discendenti.
La comunità turca, circa il 2,5% della popolazione dei Paesi Bassi, ancora oggi costituisce il nucleo centrale dell’elettorato di Denk, tuttavia nel corso degli anni tale movimento è riuscito a incrementare i consensi, già considerevoli, ottenuti nell’ambito della comunità marocchina. Questo anche tramite l’inserimento di alcuni esponenti di tale comunità nel suo gruppo dirigente.
Nelle successive elezioni legislative del 2021 Denk, utilizzando anche una struttura maggiormente radicata a livello locale, come dimostrano i buoni risultati delle consultazioni amministrative cui nel frattempo ha partecipato, riuscì a confermare il buon risultato delle consultazioni precedenti, tanto in termini di voti ottenuti che di eletti tra le proprie file.
In base ad una ricerca sull’elettorato di Denk, condotta proprio nel 2021, è emerso come l’elettore medio abbia 38 anni, quindi nettamente più giovane dell’elettore medio in generale, e sia originario prevalentemente della Turchia e del Marocco. Limitato è l’appoggio in altre consistenti comunità d’immigrati, in particolare Suriname, Antille Olandesi e Africa sub sahariana. Ciò dimostra come Denk sia percepito dai membri di tali comunità più come un partito a connotazione etnica religiosa che come movimento che vuole principalmente tutelare gli immigrati.
In questa seconda legislatura tale forza politica ha ulteriormente focalizzato la sua attenzione sull’incremento del ruolo dell’Islam nella società. In virtù di ciò sono sorte forti polemiche con Geert Wilders, leader del maggior politico di destra e profondamente critico nei confronti dell’Islam e della sua diffusione nei Paesi Bassi.
Problematico e spesso polemico è stato anche il rapporto di Denk con il Premier olandese uscente, il conservatore Mark Rutte. Quest’ultimo, difatti, ha cercato sempre di condurre una politica estera filo israeliana e ha cercato di porre dei limiti al massiccio arrivo nei Paesi Bassi di immigrati e rifugiati.
I sondaggi d’opinione che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni evidenziavano un consenso elettorale stabile per Denk, pari sostanzialmente a quello ottenuto nelle consultazioni del 2017 e 2021. Tuttavia, da alcune settimane e in perfetta concomitanza con l’acuirsi della crisi tra israeliani e palestinesi, le indagini demoscopiche registrano un considerevole aumento dei consensi per Denk che, è opportuno ricordare, fin dalla sua fondazione ha sempre tenuto una posizione fortemente favorevole ai palestinesi. Basti pensare che i parlamentari di Denk abbiano boicottato le celebrazioni commemorative delle vittime dei recenti attacchi terroristici compiuti da Hamas.
Molto interessanti sono i sondaggi che effettuano la ripartizione del voto in base alla fascia d’età. Tali indagini demoscopiche evidenziano un forte aumento dei consensi di Denk tra i giovani, vale a dire in quella fascia d’età ove è concentrato il maggior numero di musulmani dei Paesi Bassi, cioè la grande maggioranza del bacino elettorale di questa forza politica.
Il 22 novembre si svolgeranno nei Paesi Bassi delle elezioni legislative anticipate che, se le indagini demoscopiche saranno confermate, determineranno un consistente aumento del ruolo di Denk nella vita politica del Paese.
Tale forza politica ha una sua particolare rilevanza non solo per ciò che rappresenta nei Paesi Bassi ma anche, e soprattutto, perché può fare da apripista all’affermarsi di forze politiche analoghe in altre zone d’Europa.
Partiti a connotazione filo islamica sono già sorti in altre parti del Continente, in alcuni casi hanno anche ottenuto discreti successi elettorali, come ad esempio in Svezia, Belgio e Germania, in particolare nelle zone abitate da un rilevante numero di musulmani, anche se non ai livelli raggiunti da Denk.
Va ricordato che secondo uno dei più accreditati centri di ricerca in materia demografica, vale a dire il Pew Research Center di Washington, la popolazione europea di fede islamica dovrebbe aumentare dai circa 25 milioni di persone del 2016 agli oltre 75 milioni del 2050, con una tendenza alla crescita che, probabilmente, proseguirà oltre tale data. Tali dati sono importanti poiché denotano una considerevole crescita del principale bacino elettorale dei partiti filo islamici.
Ciò lascia presagire un rilevante aumento dell’importanza nei dibattiti politici dell’Europa del futuro di quelli che sono gli argomenti principali sostenuti da tali forze politiche e in base ai quali conducono le campagne elettorali, vale a dire l’applicazione a livello sociale dei precetti islamici ma anche del supporto incondizionato ai palestinesi nel duro e difficile da risolvere conflitto che li vede contrapposti a Israele.
Tutto questo senza dimenticare l’elemento nazionalistico che tali movimenti possono introdurre nella vita politica dei vari paesi europei. Nel caso di Denk si è fatto riferimento al ruolo della Turchia, tuttavia gli esempi potrebbero essere molti. Basti pensare alla vasta comunità algerina in Francia o a quella pakistana nel Regno Unito, potenziali futuri bacini elettorali di forze politiche che cercano di tutelare prevalentemente gli interessi del proprio paese di origine.
Diviene quindi molto interessante osservare la crescente importanza del ruolo di Denk nelle elezioni e nella vita politica dei Paesi Bassi e che conseguenze avrà. Difatti ciò potrebbe analogamente riprodursi, in un futuro molto prossimo, in molti altri paesi europei che presentano un contesto sociale e demografico simile.