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Le elezioni presidenziali peruviane sono state vinte al ballottaggio dal 78enne Pedro Pablo Kuczynski, già economista presso la Banca mondiale, ministro dell’Energia negli anni Ottanta, quando esonerò le compagnie petrolifere straniere dalle imposte per attrarre investimenti, e ministro dell’Economia nel governo di Alejandro Toledo, dopo l’era del dittatore Alberto Kenya Fujimori.
Con il suo partito “Peruanos por el Kambio”, Kuczynski ha preso il 50,82 per cento dei voti, contro il 49,18 per cento di Keiko Fujimori, di Fueza Popular, primogenita dell’ex dittatore, il quale è ancora in carcere dopo essere stato arrestato nel 2005 in Cile su mandato dell’Interpol e condannato in Perù a 25 anni di carcere per l’omicidio di 30 persone, sequestro di persona e violazione dei diritti umani.
Keiko era giunta al ballottaggio anche nel 2011 per poi perdere contro Ollanta Humala: nonostante la dittatura, in Perù continua ad esservi un certo attaccamento alla figura di Alberto Fujimori, che sconfisse Sendero Luminoso arrestandone il leader Abimael Guzmán, che voleva instaurare un regime maoista nel paese.
Il Perù conta 31 milioni e 200mila abitanti, ha un Pil pro capite di 6.525 dollari e un indice Isu dello 0,725 (alto).
