Pompeo in Italia vede Conte: dazi, Libia e Cina i temi sul tavolo

di Enrico Oliari –

Ha preso il via ieri a Roma la visita di 4 giorni del segretario di Stato Usa Mike Pompeo: arrivato in tarda mattinata all’aeroporto di Ciampino con un boeing 757 dell’Us Force, Pompeo ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, quest’ultimo già visto nei giorni scorsi a New York in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Nel corso della riunione del segretario di Stato Usa con Conte sono stati trattati diversi temi a cominciare dalla crisi libica, per cui il premier italiano ha cercato di ottenere un appoggio maggiore specie dopo che è risultato palese l’atteggiamento ambiguo dell’alleato Casa Bianca, con tanto di supporto dietro le quinte al generale “di Tobruk” Khalifa Haftar; nella nota conclusiva di Palazzo Chigi si legge che “Sulla crisi in Libia, si è registrata piena convergenza sulla necessità di lavorare insieme per individuare al più presto una soluzione politica, riconoscendo l’insostenibilità dell’opzione militare”. Altro tema affrontato è quello dell’ondata di dazi con cui gli Usa vogliono investire l’Europa penalizzando anche l’Italia nel suo export, specie l’agroalimentare, cosa che spingerebbe i produttori statunitensi verso l’imitazione e la contraffazione ad esempio del Parmigiano. i due hanno discusso poi dell’adesione italiana alla Via della Seta cinese voluta dal governo “Conte 1”, cioè quando vicepremier erano Matteo Salvini e Luigi di Maio, e dei crescenti rapporti commerciali con la Cina che preoccupano gli Usa a cominciare dagli investimenti per la rete 5G.
Non è trapelato molto dall’incontro di Conte con Pompeo, ma è plausibile ritenere che il premier italiano abbia avuto un atteggiamento pirandelliano nel far capire a Pompeo che se gli Usa puntano sui dazi e la Cina sugli investimenti, l’Italia deve interagire con chi le permette di coltivare i propri interessi. Uno degli scopi del viaggio del segretario di Stato è certamente quello di osservare il posizionamento del nuovo governo italiano rispetto alle varie questioni internazionali, con un’Italia sempre stata a fianco degli Usa, anche pagandone le spese come nel caso delle sanzioni introdotte nei confronti dell’Iran.
Nella nota del Dipartimento di Stato Usa si legge che “L’Italia è un alleato chiave della Nato, leader e garante della sicurezza nella comunità internazionale e partner affidabile, e svolge un ruolo cruciale nel garantire la sicurezza transatlantica, in particolare nel garantire il fianco meridionale della Nato attraverso la sua presenza in Libia e nel mondo, in Iraq, Kosovo, Libano e Afghanistan”. “Attraverso la nostra storia – continua il comunicato – gli italo-americani hanno arricchito il tessuto di ogni aspetto della vita americana”, e ben 20 milioni di italoamericani rivendicano la loro origine. Sul fronte economico la nota ha riportato che “gli Stati Uniti rappresentano il più grande mercato di esportazione non Ue dell’Italia, ed il nostro interscambio commerciale in beni e servizi lo scorso anno è stato di 99 miliardi di dollari”. “Questo -commercio continua -, che va dai beni di consumo ai prodotti agricoli e quelli dell’industria della Difesa, ha stimolato collaborazioni fuori dai campi economici, compresa la sicurezza e la tecnologia spaziale”. “Abbiamo robusti investimenti stranieri nei nostri due Paesi, gli investimenti diretti negli Usa ammontano a 38,6 miliardi, portando alla creazione di 78.200 posti di lavoro per gli americani. Gli investimenti diretti in Italia ammontano a 38,5 miliardi di dollari, portando alla creazione di 223.500 posti di lavoro per gli italiani. I giganti del tech in Italia creano posti di lavoro ben pagati e assicurano formazione professionale ai lavoratori italiani”, ha terminato la dichiarazione.
Pompeo oggi è in in Vaticano per vedere l’omologo Pietro Parolin, cardinale segretario di Stato, un’occasione per affrontare il tema delle migrazioni partendo da due impostazioni diverse se non in antitesi, a cominciare dal muro di Trump al confine con il Messico, quindi si recherà a Caramanico Terme, in provincia di Pescara, paese da dove emigrarono i suoi bisnonni.
Il tour di Pompeo proseguirà poi in Macedonia, Montenegro e Grecia.