Quos Deus perdere vult, dementat prius

di Anceo Agostini

Se non ci fossero i media con le loro notizie rassicuranti che odorano di valeriana e vaselina ci sarebbe da preoccuparsi seriamente. Il 2023 ci ha abbandonato in una situazione geopolitica mondiale estremamente turbolenta e pericolosa. Gli Stati Uniti si apprestano a una bizzarra campagna elettorale dove i principali comizi non si tengono sulle piazze ma nelle aule dei tribunali creando un’atmosfera di insicurezza per le sorti della “democrazia globale”, che toglie il sonno perfino all’ex first lady Michelle Obama: “Cosa succederà alle prossime elezioni? Sono terrorizzata da ciò che potrebbe accadere… ‘Oh mio Dio, il governo fa tutto per noi, e non possiamo dare per scontata questa democrazia” (confidenze di Michelle a Jay Shetty nel suo podcast “On Purpose”). I massicci e indiscriminati bombardamenti di Netanyahu in Palestina hanno provocato tensioni e divisioni all’interno dell’alleanza democratico-liberale europea e statunitense. Erdogan addirittura, si è spinto a paragonarlo a Hitler. Almeno su un punto possiamo senza ombra di dubbio non concordare con il sultano: la guerra di Bibi, a dispetto delle modeste dimensioni di Gaza, non è una Blitzkrieg, anzi, ha tutti i presupposti di andare ai supplementari e di allargarsi al vicinato. Il dittatore nordcoreano non pare minimamente intimorito dalla presenza del sottomarino lanciamissili Usa USS Kentucky ormeggiato dall’estate scorsa nel porto di Busan per testimoniare il supporto americano di “extended deterrence” al presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol. Anzi, il dittatore nordcoreano non solo continua imperterrito a rifornire di munizioni la Russia stremata dalla guerra, ma intensifica i lanci di missili i tiri di artiglieria verso il gemello meridionale e il Giappone, mentre suasorella Yo-jong grida minacce ai quattro venti. A seguito dei recenti intensi bombardamenti che hanno interessato le acque al largo dell’isola sudcoreana di Yeonpyeong, nel Mar Giallo, la Corea del Sud ha ordinato l’evacuazione dell’isola. Il 9 gennaio comunque i media diffondono una nota distensiva dalla regione: il parlamento di Seul ha approvato una legge che mette al bando la carne di cani. Una grande vittoria degli animalisti. Entrerà in vigore fra tre anni (a scorte esaurite). E’ sorto un ulteriore grattacapo per la Cina, in Myanmar, al confine sino-birmano dove gruppi ribelli alla giunta militare che guida il Paese avrebbero sottratto all’esercito il controllo dei passaggi di frontiera di Muse e Chin Shwe Haw tra il Myanmar e la Cina bloccando il traffico commerciale tra i due Paesi e l’accesso al Golfo del Bengala. Anche il Mar Rosso è diventato un possibile teatro di guerra a seguito dei ripetuti attacchi dei ribelli yemeniti alle navi commerciali che transitano tra il Mar Rosso e l’Oceano Indiano. L’operazione “Prosperity Guardian”, lanciata dal segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin a cui hanno aderito Bahrein, Canada, Francia, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Seychelles e Spagna con l’invio di navi militari o generico supporto, non ha purtroppo ancora intimidito gli Houthi (che, stando alle ultime rivelazioni, sarebbero armati non solo dall’Iran, ma anche dalla Corea del Nord) e nemmeno non è riuscita a tranquillizzare ne’ le compagnie marittime che preferiscono aumentare i noli e circumnavigare l’Africa, ne’ i Lloyd’s (non Austin, ma le assicurazioni) che hanno immediatamente aumentato i premi assicurativi per il transito di Suez. In fondo non è un problema nuovo. C’era già stata una prova generale nel 2021 quando la portaconteiner Ever Given si era incagliata bloccando lo stretto per una decina di giorni.
Per contro, Borrell e la von der Leyen sembrano ostentare un certa serenità sulla questione, consci che i popoli europei sono ormai avvezzi agli aumenti che ne deriveranno, ma soprattutto sicuri di avere in serbo un vero asso nella manica per la soluzione della crisi: l’inviato dell’Unione Europea per il Golfo, Gigi Di Maio.
Nulla di nuovo sul fronte orientale. Il conflitto russo-ucraino per i media non è più attuale, è stato letteralmente ibernato. Si tratta esclusivamente di una questione di soldi per gli aiuti all’Ucraina, mentre gli Usa tentennano, Bruxelles è sempre disponibile e ha dimostrato più volte di averne, pure in contanti (ricordate i 600 mila spuntati dal trolley del babbo della vicepresidente dell’Europarlamento Kaili?). Inoltre ci sono i 200 miliardi russi congelati sui conti bancari Ue, in realtà si vorrebbe destinarli alla ricostruzione dell’Ucraina, ma si potrebbe anche anticiparne un po’. Anche l’ultimo ostacolo al finanziamento degli aiuti costituito dall’ostinato ostruzionismo di Orban, stando alle indiscrezioni pubblicate da
Politico il 9 gennaio, sarebbe superabile. In cambio di alcuni trolley per il proprio Paese il premier ungherese sarebbe disposto ad approvare gli aiuti all’Ucraina, o perlomeno ad assentarsi per un caffè al momento della votazione. Intanto il collega ucraino di Grillo si è impegnato a tirar fuori altri 500mila soldati per proseguire a difendere l’Europa e il mondo. La Cina nel frattempo aspetta i risultati delle elezioni a Taiwan (magari vincono i filo continentali del Kuomintang) e comunque Xi è ormai innocuo. Stando alle recentissime rivelazioni della CIA, l’ex ministro della Difesa cinese Li Shangfu, prima di sparire nel nulla nel luglio scorso, sarebbe riuscito a sostituire con acqua il carburante nei serbatoi di dei missili della Forza missilistica dell’Esercito Popolare di Liberazione. La Cina fa flop come col pallone aerostatico. Quindi tutti tranquilli. Inoltre, stando alle voci che hanno cominciato a circolare sui media, la stessa Michelle Obama starebbe valutando l’eventualità di candidarsi alla presidenza Usa. Sarebbe un colpo gobbo, perchè chi se non lei per le sue qualità intellettuali, culturali (cancel culture), politiche potrebbe più degnamente sostituire l’attuale inquilino della Casa Bianca? E a queste eccellenze vanno aggiunti due plus (++) esclusivi: il gender e il codice Ral.
Eppure ci sono due notizie recenti che ritengo inquietanti. La prima concerne la desecretazione della cosiddetta lista di Jeffrey Epstein da parte della giudice Loretta Preska. La prima dose di liquame offerto al pubblico comprenderebbe i nominativi di circa 190 personaggi delle elites americane ed europee. Sorge spontanea la domanda sui motivi che hanno spinto la giudice a tale decisione. Da tempo girano teorie e ipotesi che Epstein e la compagna/complice Ghislaine Maxwell raccogliessero per conto del Mossad materiali compromettenti utilizzabili per eventuali ricatti. Resta il fatto che la pubblicazione di tali documenti compromettenti potrà riservare delle sorprese nel corso della imminente campagna presidenziale. Non è nemmeno escluso che la vicenda sia il sintomo di uno scontro interno ai clan elitari democratici.
La seconda notizia concerne la segreta degenza del segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin.
Per quasi quattro giorni il presidente Biden e il suo staff sono rimasti all’oscuro del ricovero in terapia intensiva del segretario alla Difesa mentre la vice segretaria alla Difesa Kathleen Hicks, anch’essa ignara, era in vacanza a Porto Rico. A onor del vero, considerato il rapporto di amicizia tra Austin e Biden, non possiamo completamente escludere che il segretario abbia informato l’amico direttamente e che questi se ne sia scordato. Ma poco cambia. E’ probabile che le vaghe spiegazioni del Pentagono non serviranno ad evitare uno scandalo. E’ curioso osservare come questo incidente, avvenuto mentre le forze militari statunitensi sono in stato di massima allerta in Medio Oriente, abbia suscitato più preoccupazione tra gli avversari degli Stati Uniti che tra gli alleati. Infatti nella catena verticale di comando nucleare il segretario alla Difesa rappresenta il secondo anello dopo il presidente e la sua continua e lucida presenza è essenziale alla sicurezza nazionale. La testata online cinese
Global Times informa sull’incidente con il titolo “Il ricovero non annunciato del capo del Pentagono riflette la gestione caotica del governo degli Stati Uniti”, e prosegue “Come presidente, Biden si è dimostrato incapace di sapere persino dove si trovino i membri del suo gabinetto”, mentre l’agenzia russa Ria Novosti riporta una dichiarazione dell’ex analista della CIA Philip Giraldi: “La mancanza di competenza, per quanto mi riguarda, si estende a tutta la cerchia interna dell’amministrazione Biden”. E se per quattro giorni nessuno ha notato l’assenza del segretario alla Difesa non è ingiustificato dedurre che il personaggio è superfluo o chiedersi chi comanda la macchina militare statunitense.
Forse, per raccappezzarci e senza dover ricorrere a ipotesi complottiste, conviene leggere o rileggere il simpatico libello del professor Carlo Cipolla dedicato alla stupidità e alle sue leggi fondamentali. Considerata la grave situazione attuale, la sua lettura, se pur non tranquillizza, può aiutarci comunque ad intenderla. Mi riferisco al saggio “Allegro ma non troppo” (Il Mulino, 1988) di cui riporto un paio citazioni:
“Gli stupidi sono più temibili della mafia, del complesso militare-industriale o dell’Internazionale comunista. Sono un gruppo non organizzato, senza un leader o norme, ma nonostante ciò agiscono in perfetta armonia, come guidati da una mano invisibile”;
“Il potenziale di un individuo stupido deriva dalla posizione di potere politico, economico o burocratico che occupa all’interno della società. In questo caso la capacità di danneggiare il prossimo è pericolosamente accresciuta dalla posizione di potere che occupa”
.