Ramadan. Le difficoltà a gestire una festività religiosa al tempo del coronavirus

di Alberto Galvi

Nella giornata di ieri per quasi 2 miliardi di musulmani nel mondo è iniziato il mese sacro del Ramadan. In questo periodo di tempo le persone di fede musulmana rinunceranno al cibo, all’acqua e ai rapporti sessuali dall’alba fino al tramonto.
Il primo giorno di digiuno del Ramadan è iniziato per molti musulmani ieri, per alcuni oggi a causa delle differenze negli avvistamenti di luna e continuerà fino al 23 maggio.
In Arabia Saudita, l’inizio del mese sacro è iniziato ieri. In Egitto, è iniziato giovedì, mentre in Iran, la festività inizia oggi. Alla fine del Ramadan si celebrerà una delle feste più importanti del mondo musulmano l’Eid al-Fitr. In questo periodo i musulmani credono che Dio abbia rivelato il Corano al profeta Maometto.
Il mese sacro del Ramadan inizia ufficialmente al primo avvistamento della mezzaluna crescente dopo la luna nuova, facendo così iniziare la festività nei paesi in giorni differenti.
In questo periodo i fedeli aumentano le loro preghiere e gli atti di carità. Quando arriva il tramonto, insieme ad amici e parenti rompono il digiuno con tavole imbandite di pietanze piccanti e tè alla menta dolce.
Quest’anno però a causa della pandemia da COVID-19 i rituali di questo mese sacro saranno un po’ modificati. I musulmani infatti si stanno preparando a un Ramadan diverso, con milioni di persone rinchiuse in casa sottoposti al distanziamento sociale e con le moschee chiuse.
La pandemia ha infatti costretto molti governi a ordinare restrizioni sui viaggi, sulle preghiere collettive a cui nessuno aveva mai assistito prima. In tutto il mondo, le moschee durante il Ramadan saranno vuote o avranno una presenza limitata.
In Arabia Saudita dove si trovano i 2 principali luoghi santi dell’Islam sunnita, La Mecca e Medina, le preghiere pubbliche nelle moschee saranno sospese per arginare la diffusione del virus.
Allo stesso modo il principale paese dell’Islam sciita, l’Iran, durante tutta la durata del mese di Ramadan osserverà anche lei le restrizioni.
In un discorso televisivo all’inizio di aprile, la guida suprema l’Ayatollah Ali Khamenei, ha detto ai fedeli di pregare a casa.
Gerusalemme, la patria delle 3 principali religioni monoteiste, ha già visto le celebrazioni della Pasqua ebraica con le famiglie ebree che sono rimaste a casa.
Anche durante la Pasqua cristiana la chiesa del Santo Sepolcro era quasi vuota, con piccoli gruppi di sacerdoti che indossavano le maschere di protezione contro il virus.
Altresì il terzo luogo santo dell’Islam sunnita che è situato a Gerusalemme, la grande moschea di al-Aqsa, sarà chiusa ai fedeli per tutto il mese del Ramadan.
In altri paesi di fede islamica come il Pakistan le autorità hanno invece annullato le limitazioni dell’accesso in moschea sotto la pressione dei religiosi musulmani.
In un paese prevalentemente indù come l’India, dove al suo interno ci sono circa 182 milioni di musulmani, le celebrazioni nelle città saranno ridotte a causa della pandemia.
Nel paese islamico più popoloso al mondo, l’Indonesia, non ci saranno assembramenti nel momento della preghiera o pasti consumati insieme ad altre persone al di fuori del proprio ambito familiare.
I principali pasti della giornata sono quelli del primo mattino chiamati sahur, o quelli consumati alla sera chiamati iftar, per porre fine al digiuno quotidiano al tramonto.
Malesia, Singapore e Brunei, hanno vietato i popolari bazar del Ramadan, che sono una fonte di entrate importanti per molti piccoli commercianti. Per riuscire ad arginare il danno economico, alcuni commercianti hanno spostato le loro attività online.
Quest’anno sarà particolarmente difficile svolgere i riti e rispettare le regole di comportamento del mese sacro del Ramadan per tutti quegli immigrati di fede musulmana che vivono in Europa.
Questi fedeli vivono già normalmente il mese di purificazione con molte difficoltà, visto che vivono in paesi a maggioranza cristiana.
Con il rientro in queste settimane dei lavoratori nei posti di lavoro, dopo il periodo di isolamento (lockdown), sarà tutto più complicato in diversi paesi europei.
Con l’applicazione degli orari differenti in tutti gli ambiti della vita quotidiana per gestire meglio il distanziamento sociale, la professione della propria fede sarà ancora più ardua da vivere.
Questa situazione sarà ancora più complicata per chi professa la fede islamica e vuole riuscire a mantenere intatte le proprie tradizioni.
Non dimentichiamoci che la religione islamica insieme a quella cristiana è l’unica presente in tutti i continenti, quindi abituata ai cambiamenti culturali e politici dei diversi paesi, anche in quelli in cui si trova ad essere una minoranza religiosa.
Un problema che ha portato in più il coronavirus nell’esercizio della ritualità religiosa è Il distanziamento sociale necessario per arginare il diffondersi del virus ma che però vieta il contatto fisico.
Per tutte le principali religioni infatti la stretta di mano o l’abbraccio sono un simbolo di fratellanza, negandolo, si toglie un gesto dal valore simbolico molto importante a chi professa queste fedi.