Russia. Morto Gorbaciov, l’uomo della perestrojka

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Si è spento a Mosca all’età di 91 anni Mikhail Gorbaciov, ultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e primo presidente dell’Urss, carica poi abolita. Premio Nobel per la Pace e Medaglia Otto Hahn, già nel 1985 aveva introdotto una serie di riforme dapprima basate sulla “uskorenie” (accelerazione) e sulla “gospriomka” (controllo statale sulla produzione), e poi sul processo di liberalizzazione “glasnost” (trasparenza) e sulla “perestrojka” (ricostruzione).
Tra le varie riforme quelle che segnarono la storia furono la fine della corsa agli armamenti e quindi della Guerra Fredda: nel 1986 Gorbaciov si incontrò a Reykyavik con l’allora presidente Usa Ronald Regan per sottoscrivere l’Inf, il trattato per la riduzione degli arsenali nucleari a medio raggio in Europa poi annullato da Donald Trump.
Sul fronte interno la svolta si vide nel 1988 con la Legge sulle cooperative, che per la prima volta dall’epoca di Lenin prevedeva la proprietà privata delle imprese manifatturiere, dei negozi e dei ristoranti, ma fu nel 1989 che Gorbaciov passò alla storia con l’abbattimento del Muro di Berlino, avviando la distensione internazionale.
Boris Eltsin, che lo seguì alla presidenza dell’Urss, con altri esponenti degli stati sovietici mise fine all’Urss attraverso il trattato di Belaveza.
Condoglianze alla famiglia Gorbaciov sono giunte dai leader di tutto il mondo, ed il presidente Usa Joe Biden ha affermato che l’ex leader sovietico “era un uomo di notevole lungimiranza”: “pochi funzionari sovietici di alto livello avevano il coraggio di ammettere che era necessario cambiare le cose”.
Visto come un eroe all’estero, Gorbaciov viene percepito in modo negativo da una buona parte della popolazione russa in quanto considerato il dissolutore dell’Unione Sovietica e della sua potenza militare.
Già nel 2017 un sondaggio dell’istituto russo Levada Center, considerato indipendente, inquadrava Gorbaciov in una luce negativa per il 46 degli intervistati, neutrale per il 30% e positiva solo per il 15%.
Oggi la stampa occidentale sottolinea come la notizia della morte di Gorbaciov venga minimizzata se non trascurata dai media russi.