Russia. Putin, ‘in caso di escalation abbiamo le armi nucleari’

Il presidente russo Vladimir Putin, ha emesso un avvertimento all’occidente sottolineando che il suo paese è pienamente equipaggiato e pronto per un confronto nucleare. Putin ha specificato che qualsiasi dispiegamento di truppe statunitensi in Ucraina sarebbe interpretato dal Cremlino come un’escalation critica del conflitto in corso. Informazioni rilevanti sull’arsenale nucleare russo sono state divulgate dal Bulletin of Atomic Scientists, evidenziando che la Russia detiene il maggior numero di testate nucleari al mondo, una eredità dell’epoca sovietica, con un totale di 5.580 testate. Di queste circa 1.200 sono inattive ma non smantellate, mentre 4.380 sono pronte all’uso, inclusi 1.710 ordigni strategici dispiegati su vari vettori. La dottrina nucleare russa del 2020 delinea le circostanze in cui potrebbe essere autorizzato l’uso di armi nucleari, principalmente in risposta ad attacchi che minacciano l’esistenza stessa dello stato russo. Mentre il Bulletin of Atomic Scientists riconosce la modernizzazione in atto dell’arsenale nucleare russo, non si segnalano cambiamenti significativi nell’immediatezza, sebbene si preveda un potenziale aumento del numero di testate strategiche.
Putin ha anche menzionato che la Russia potrebbe considerare test nucleari se gli Stati Uniti dovessero procedere in tal senso, evidenziando che, dopo la dissoluzione dell’URSS, la Russia post-sovietica non ha condotto test nucleari. L’ultimo test nucleare russo risale al 1990, e benché il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT) sia stato firmato dalla Russia nel 1996 e ratificato nel 2000, lo scorso anno Putin ha revocato la ratifica del trattato in seguito alla medesima iniziativa da parte degli USA.
La decisione finale sull’uso delle armi nucleari russe è nelle mani di Putin, che dispone sempre di una “valigetta nucleare” per comunicare con il comando militare. Questo dispositivo permette l’invio di ordini di lancio attraverso una rete segreta, e in caso di un attacco nucleare confermato, il sistema “Dead Hand” potrebbe essere attivato, consentendo una risposta nucleare massiccia.