Sì di Francia e GB alla Palestina nell’Onu. Con condizioni (o ricatti)

di Enrico Oliari –

La Gran Bretagna ha comunicato oggi le sue condizioni, per non dire ricatti, a cui deve sottostare la Palestina per ottenere l’appoggio di Londra all’entrata nell’Onu come paese osservatore non membro: si tratta della ripresa dei negoziati di pace con Israele, del fatto che la decisione dell’Onu non debba implicare automaticamente quella del Consiglio di Sicurezza e soprattutto del non richiedere che Israele sia processato per crimini di guerra.
La posizione di Londra rappresenta comunque un passo avanti rispetto alla rigidità dei tempi passati, frutto certamente dei colloqui intercorsi ieri fra il ministro degli Esteri William Hague, il capo dell’Anp Abu Mazen ed il collega francese Laurent Fabius.
Abu Mazen ha chiesto l’aiuto della Gran Bretagna in quanto ex potenza coloniale, per quanto in passato tradizionalmente appiattita sulle posizioni degli Stati Uniti e di Israele, mentre proprio la posizione di Londra potrebbe attenuare le minacce espresse da Stati Uniti e Israele in caso di approvazione.
Il ministro degli Esteri Fabius ha fatto sapere che anche la Francia voterà a favore del riconoscimento della Palestina come paese non membro, azione che metterà in risalto una possibile spaccatura all’interno dell’Unione Europea.