Siria. Permane la minaccia delle armi chimiche

di Ehsan Soltani –

Forze francesi, statunitensi, turche, inglesi e giordane si sono posizionate lungo i confini della Siria pronte ad intervenire nel caso di minaccia da parte di Damasco dell’utilizzo di armi chimiche. Nel frattempo le intelligence hanno rilevato che l’esercito di al-Assad ha posizionato campi minati e finti magazzini con trappole esplosive per scongiurare un attacco esterno, l’esercito è stato predisposto per la difensiva ed i carichi di armi provenienti via aerea dall’Iran vengono fatti atterrare in basi aeree del nord del paese, in particolare presso le strutture di Shayrat e di Tiyas, rispettivamente a Homs ed a Palmyra.
Il quotidiano israeliano DEBKAfile riassume oggi che al-Assad ha fino ad oggi resistito alla pressione dei ribelli di ritirarsi dalla capitale e quindi mantiene il controllo dei quartieri occidentali della città, cioè un corridoio per un possibile intervento degli Hezbollah.
La scelta di spostare le basi di atterraggio dei rifornimenti provenienti dall’Iran sono state intraprese dopo i diversi tentativi da parte dei ribelli di prendere il controllo degli aeroporti di Damasco, ma la cosa ha implicato da parte di al-Assad un maggior impiego di energie per tenere aperte le vie di trasporto dalle piste di atterraggio alle città di Damasco, Aleppo e Latakia.
La minaccia dell’impiego di armi chimiche è al momento utilizzata dal regime per tenere alta la tensione proprio con le potenze internazionali, ovvero come deterrenza per un eventuale attacco da parte dell’Occidente e dei paesi arabi: mezzi trasportanti bombe e granate con miscele chimiche vengono al momento fatti circolare quasi senza sosta per il paese.