Slovenia. Miro Cerar vince. Ma all’orizzonte ci sono privatizzazioni, deficit e riforme

di Valentino De Bernardis –

cerar miroCon una partecipazioni di poco superiore al 50% degli aventi diritto, le urne slovene il 13 luglio non hanno regalato sorprese. Come previsto da buona parte dei sondaggi effettuati dal 9 giugno in avanti, la vittoria è andata al costituzionalista Miro Cerar e all’eponimo soggetto politico (Stranka Mira Cerarja, SMC) nato appena sei settimane prima della competizione elettorale. Con il 34,61% delle preferenze, pari a 36 seggi su 90 disponibili all’Assemblea Nazionale, Cerar ottiene un ampio mandato popolare che si può leggere come una richiesta di stabilità politica dopo anni di turbolenze e di governi deboli.

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Cinquantenne, privo di una forte carica carismatica, con una riconosciuta tendenza al compromesso, Cerar si è affermato senza definire un chiaro programma politico, e anche in campagna elettorale ad eccezione di interventi spot sulle necessarie riforme strutturali da dover effettuare, ha preferito mettere al centro della sua offerta politica i valori morali da cui vuole ripartire per rilanciare in campo politico-economico-sociale la Slovenia del futuro. Su tutti la lotta alla corruzione, un problema quanto mai endemico alla precedente (e parzialmente ancora attuale) classe politica, da cui ripartire per la ricerca di future alleanze e dare vita al nuovo esecutivo.

Le prime dichiarazioni del vincitore sono state di completa apertura alle altre forze politiche presenti in parlamento, e di non aver preclusioni verso nessuno, ad eccezione dei Democratici Sloveni (Slovenska demokratska stranka, SDS) che già prima delle chiusura delle urne hanno parlato di elezioni illegittime in quanto il loro leader, ed ex premier, Jansa non ha potuto prendere parte alla competizione (nda Jansa è in carcere dal 20 giugno per scontare una pena detentiva per corruzione).
Dalle prime indiscrezioni e dichiarazioni d’intenti pare sempre più probabile un’alleanza di SMC con i Social Democratici (Socialni demokrati, SD) e il Partito dei Pensionati (Demokratična stranka upokojencev Slovenije, DeSUS), che potrebbero portare in dote, rispettivamente 6 e 10 deputati, garantendo quindi un’ampia maggioranza con cui governare.
Bisogna affrontare un discorso diverso per quanto riguarda il neo partito del primo ministro uscente Bratusek. Sebbene i punti di convergenza sembrano essere molteplici, l’Alleanza per Alenka Bratusek (Zavezništvo Alenke Bratušek, ZaAB) dovrà necessariamente mitigare alcune sue posizioni in politica economica. Le trattative tra i partiti potrebbero essere agevolate qualora la Bratusek, vincendo la concorrenza di Rado Geronio (attuale ambasciatore sloveno all’UE), dovesse essere nominato nuovo commissario europeo per la Slovenia, al posto dell’uscente Janez Potocnik.
Non sembrano prendere consistenza invece la possibilità di coinvolgere nella futura coalizione di governo il partito di centrodestra Nuova Slovenia (Nova Slovenija, NSi) con i suoi 5 seggi e il cartello elettorale Sinistra Unita (Združena levica – ZL), 6 seggi, arroccati sulle loro posizioni e attualmente non intenzionati a voler scendere a compromessi.
Le questioni chiave che un prossimo esecutivo Cerar dovrà sbrogliare, nel breve-medio periodo, si possono riassumere come segue:
I) Procedura deficit eccessivo: La Slovenia è soggetta dal 2009 ad una procedura di infrazione per deficit eccessivo da parte della Commissione Europea. Il 29 maggio 2013 Bruxelles ha prorogato i termini per la correzione del disavanzo eccessivo per altri due anni. La Slovenia deve arrivare a un disavanzo nominale del 4,9% del PIL nel 2013 del 3,3% nel 2014 e del 2,5% nel 2015. Il 2 giugno 2014 Lubiana ha ricevuto la seconda raccomandazione consecutiva da parte della Commissione di attuare adeguate riforme strutturali nel periodo 2014-2015 al fine di garantire una correzione duratura del disavanzo nei tempi prestabiliti.
II) Privatizzazioni: Il piano del 2013 prevedeva la dismissione totale delle partecipazioni statali in 15 compagnie per risanare i conti dello Stato, due di queste sono state già vendute (Helios nell’Ottobre 2013 e Fotona nel Gennaio 2014), mentre altre due sono arrivate alle battute finali (Aerodrom Ljubljana e Telekom Slovenije) e dovrebbero essere cedute entro la fine del 2014. Sebbene questi sembra un punto cardine nell’opera di risanamento dei conti pubblici, i partiti presenti in parlamento sono fortemente divisi sulla continuazione del percorso di privatizzazione intrapreso, in particolare per quanto concerne la dismissione di quelli che rappresentano chiari assets strategici e infrastrutturali.
III) Riforma dello stato sociale: Per la messa in sicurezza dei conti dello Stato, bisogna procedere ad una integrazione della riforma pensionistica, oltre che ad una razionalizzazione del sistema sanitario nazionale.
Solo le capacità innate di mediazione di Cerar, oltre alla morale suasion derivante dal suo personale trionfo elettorale, possono convincere gli altri partiti a trovare un duraturo compromesso, anche per le sopracitate impopolari riforme economiche.