Soldati italiani in Lettonia: Gentiloni, ‘Non è un’aggressione alla Russia’

di Notizie Geopolitiche – 

gentiloni ng grandeAnche i militari italiani faranno parte del contingente che la Nato ha schierato nei paesi membri dell’Europa orientale e confinanti con la Russia.
Ad affermarlo è stato in un’intervista il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg, il quale ha spiegato durante la sua vista a Roma che “i soldati italiani saranno parte di uno dei quattro battaglioni schierati nelle repubbliche baltiche”.
Dopo queste dichiarazioni è arrivata la conferma della ministra della Difesa italiana, Roberta Pinotti, la quale ha però specificato che la presenza italiana, definita da lei stessa “non molto consistente”, è una decisione simbolica per mostrare il sostegno di Roma ai paesi alleati ma che, ci ha tenuto a sottolineare in seguito il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, “non rappresenta in alcun modo un atto di aggressione nei confronti della Russia, con la quale il governo italiano intende mantenere la sua politica di dialogo”, al fine di risolvere la crisi che dura ormai da oltre due anni, scoppiata in seguito al sostegno offerto dal Cremlino ai ribelli filorussi nell’Ucraina orientale ed all’annessione della Crimea al territorio della Federazione Russa.
La Pinotti ha infatti spiegato che la decisione di inviare in Lettonia un contingente italiano, che sarà costituito da 140 uomini, era già stata presa in occasione del vertice Nato tenutosi a Varsavia l’8 ed il 9 luglio scorsi; una missione difensiva che vede la partecipazione di moltissimi paesi.
L’acuirsi della crisi tra occidente e Russia ha contribuito a creare un clima di forte tensione tra i due blocchi, soprattutto in corrispondenza del cosiddetto fianco orientale, ossia quei paesi dell’est Europa, in gran parte ex membri del Patto di Varsavia, che ora sono entrati a far parte nella Nato, i quali sono stati più volte soggetti a minacce ed azioni intimidatorie da parte di Mosca, con esercitazioni militari nei pressi dei loro confini o violazioni dello spazio aereo nazionale da parte di caccia militari russi.
Ai timori espressi dai governi di questi stati, dove spesso sono presenti numerose comunità russofone che potrebbero essere utilizzate dal Cremlino per un’azione di destabilizzazione, ha risposto l’Alleanza Atlantica, con la costruzione di basi missilistiche, come quella di Deveselu in Romania, con esercitazioni militari, soprattutto nelle repubbliche baltiche, e tramite un massiccio schieramento di uomini e mezzi in corrispondenza delle frontiere con la Russia, per creare un deterrente contro nuove minacce e possibili iniziative aggressive da parte di Mosca.